Qualcuno, in Italia, (alias Di Maio e i suoi compagni di partito) dopo aver approvato il provvedimento che istituiva il reddito di cittadinanza si è autoattribuito il merito di avere sconfitto la povertà. Una simile affermazione, già all’epoca, ebbe a risuonare come un vessillo elettoralistico e non come una verità sostanziale.
Il problema, infatti, si è riproposto in tutta la sua virulenza in occasione dell’arrivo in Italia della epidemia-pandemia del coronavirus. L’argomento è stato puntualmente e sagacemente ripreso e trattato nell’editoriale del Direttore On. Giampiero Catone nell’edizione di venerdì 13 marzo ed i dati forniti lasciano basiti. Suonano come un monito a tutte le Istituzioni nazionali e mondiali affinché intervengano per evitare la distruzione totale del pianeta o l’insorgere di condizioni di assoluta impossibilità di sopravvivenza.
In questa situazione, da subito, coloro che pagano di più sono i poveri.
La povertà è una realtà attuale e non solo Italiana ma mondiale. Ritengo, se si vuole davvero fare qualcosa per combattere e debellare la povertà, che si dovrebbe creare un Organismo mondiale come quello della sanità che segua ed assuma provvedimenti solo ed esclusivamente in tema di povertà nel mondo. La povertà, infatti, costituisce una PANDEMIA perennemente persistente. La Pandemia secondo il vocabolario Treccani è una epidemia «di tutto il popolo». La FAO Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), fondata il 16 ottobre 1945, a Quebec City, tratta solo marginalmente il problema della fame nel mondo atteso che i suoi obiettivi sono rivolti ad altro.
Eliminare la povertà su tutto il globo significherebbe anche garantire una pace assoluta in tutto il mondo.
La Storia, peraltro, ci ha insegnato che sono i popoli affamati che hanno fatto e fanno le rivoluzioni più violente in assoluto.
Nella preparazione dell’esame di Maturità, da me sostenuto nell’anno scolastico 1969/1970, il titolo del tema della prova di Italiano riguardava la pace nel mondo. Ricordo ancora oggi che ebbi a scrivere, nello svolgimento, considerato il dato dell’epoca che indicava la esistenza di popoli che vivevano con il reddito pro-capite annuo di 1500 lire, cioè meno di un euro, quanto segue: “finché esisteranno nel mondo popoli cenciosi ed affamati non si potrà parlare di pace nel mondo…”. Oggi, secondo le recenti rilevazioni del F.M.I. della Banca Mondiale e della CIA ci sono Stai come il Burundi e la Repubblica Centrafricana che vivono con un reddito pro-capite annuo inferiore a 700 dollari.
A me sembra che pur essendo trascorso mezzo secolo la situazione attuale non solo non è migliorata, ma addirittura, è peggiorata.
Il problema della diseguale distribuzione della ricchezza che si produce nel mondo era ed è ancora oggi il vero motivo per cui non esiste e non può esistere la PACE tra i popoli.
E tutto questo, a mio avviso, al di là delle idee religiose, delle diverse etnie, delle diverse dislocazioni delle popolazioni sul pianeta. La capacità di determinare odio verso i propri simili, alimentata molto spesso anche da religioni conduce a giustificare tutto e di più e talvolta consenta e, addirittura, giustifica anche la concentrazione delle ricchezze della Terra in mano a pochi individui e/o Stati.
D’altronde, nel mondo attuale o moderno che dir si voglia anche il denaro è considerato un DIO.
L’ultima dichiarazione in tal senso è del pilota di Formula Uno più volte campione del mondo Lewis Hamilton.
I grandi ricconi di tutta la Terra o meglio tutti coloro che detengono la ricchezza, perciò, seguano l’esempio recentissimo di Bill Gates che ha deciso di dedicarsi alla filantropia.
In tal guisa, forse, meno povertà nel mondo e soprattutto più Pace in assoluto.