L’Ance, associazione dei costruttori, insiste nel chiedere al Governo una proroga di qualche mese per poter chiudere i cantieri aperti con il Superbonus e che riguardano soprattutto le abitazioni e condomini. Federcontribuenti preoccupata anche per gli interventi antisismici e i ministri Giorgetti e Tajani cercano una quadra per i conti pubblici. La presidente nazionale di Ance, Federica Brancaccio, ha dichiarato che con il blocco dell’incentivo si stima ci siano “30 mila condomini in bilico e 300 mila famiglie che rischiano di andare in contenzioso.” Chi ha iniziato i lavori da settembre in poi “è un’irresponsabile”, ammette, ma coloro che hanno iniziato prima, spiega Brancaccio, rischiano di rimanere col cerino in mano e, soprattutto le famiglie, si troverebbero con i lavori non finiti e a dovere anche restituire all’Agenzia delle Entrate la parte del bonus già incassata.
Così si stimola la speculazione
La presidente dei costruttori ha raccontato di essere subissata da lettere dove si raccontano situazioni drammatiche, sia di imprese che famiglie, e contesta anche la versione del Ministero dell’Economia, secondo il quale il Superbonus costa alle casse pubbliche 4,5 miliardi di euro al mese. Brancaccio sostiene che pur non avendo accesso ai dati di contabilità della Ragioneria dello Stato, l’Associazione stima che c’è ancora spazio di manovra rispetto al limite Nadef di 40 miliardi. Anche i “crediti incagliati” erano intorno ai 30 miliardi secondo le stime di Ance e ora saranno “leggermente meno”, ma soprattutto, nota la presidente, si è avviata una “speculazione” per la quale le imprese in difficoltà si sono trovare a dover svendere i crediti al 50-60 per cento, nonostante il costo per lo Stato sia rimasto a 110. Per questo – ha detto Brancaccio – “chiediamo l’intervento delle partecipate dello Stato.”
I fattori di crescita
L’Istat attribuisce al Superbonus una spinta al Pil tra l’1,4 e il 2,6 per cento nel biennio 2021-2022 mentre l’Ufficio parlamentare di Bilancio si ferma all’1 per cento. Comunque sia l’effetto c’è stato e ora risultano da completare almeno 15 miliardi di lavori già ammessi a detrazione di cui 13 solo nei condomini. E, sempre secondo l’Ance, non sarà possibile un travaso dai cantieri di ristrutturazione di abitazioni e condomini ai cantieri del Pnrr perché le aziende costruttrici devono lavorare su parametri completamente diversi.
Interventi antisismici
Anche Federcontribuenti è intervenuta sulla questione degli incentivi chiedendo che la misura rimanga fino al 2025 almeno per gli interventi antisismici. “Vogliamo ricordare che la legge di Bilancio 2022 dispose la proroga sino a tutto il 2025 del Superbonus 110% per le spese sostenute a fronte di interventi di efficientamento energetico e miglioramenti ai fini antisismici nelle aree colpite dal terremoto.” L’associazione dei consumatori sottolinea che “eventuali provvedimenti non dovranno minimamente riguardare la proroga estesa fino al 2025 ai comuni colpiti dal terremoto del 2016.” Federcontribuenti chiede che il Governo “si concentri un po’ anche riguardo la ricostruzione del Centro Italia perché se si ricostruisce riprende la vita, se si abbandona, quei territori saranno desolatamente spopolati.”
Giorgetti e Tajani cercano una quadra
Una decisione definitiva potrebbe essere presa nel Consiglio dei ministri di fine anno e potrebbe prevedere una mini-proroga per i condomini che stanno finendo i lavori. Costerebbe un paio di miliardi e per questo il ministro dell’Economia, Giorgetti fa resistenza mentre il vicepremier Tajani è per uno scivolo di tre mesi con un Superbonus calato al 90 per cento solo per i condomini che al 31 dicembre 2023 abbiano completato almeno il 70 per cento dei lavori. In termini di costo per lo Stato questa misura arriverebbe intorno ai 4 miliardi di euro spalmabile in 500 milioni l’anno fino al 2027.