Secondo John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca, i colloqui per una pausa nei combattimenti tra Israele e Hamas “sono molto seri”. Ma non si colgono effetti concreti. Ieri il leader di Hamas, Ismail Hanyeh, è andato in Egitto per preparare l’incontro a Doha con il ministro degli Esteri iraniano. Gli arabi stanno cercando una linea comune mentre Israele, con il granitico Netanyahu, non fa mosse se non ripetere che “la guerra continuerà fino a che Hamas non verrà eliminato. Fino alla vittoria. Chi pensa – ha aggiunto il premier israeliano – che ci fermeremo non è collegato alla realtà.”
Hamas vuole il cessate il fuoco
Netanyahu, in un video postato su X, ha ribadito che Israele non smetterà di combattere finché non saranno raggiunti gli obiettivi prefissati: “eliminazione di Hamas, il rilascio dei nostri ostaggi e l’eliminazione della minaccia da Gaza.” “Stiamo attaccando Hamas con il fuoco, il fuoco infernale. Ovunque, anche oggi. Attacchiamo anche i loro alleati da vicino e da lontano”, dice il capo del Governo, evidentemente, parlando anche all’ala estrema politica che lo appoggia solo se continuerà nell’operazione militare. “Tutti i terroristi di Hamas, dal primo all’ultimo, sono morti. Hanno solo due opzioni: arrendersi o – ha concluso il premier – morire.” Intanto riguardo la caccia ai leader palestinesi l’Idf ha mostrato un video sequestrato durante le operazioni a Gaza nel quale si vede Mohammed Deif, il leader delle Brigate al-Qassam di Hamas, a cui Israele dà la caccia da anni. Nelle immagini Deif, che si credeva avesse problemi alle gambe, cammina da solo anche se zoppicando leggermente. E sempre l’esercito israelianofa sapere che negli ultimi giorni l’altro capo di Hamas, Yahya Sinwar, sarebbe stato prossimo alla cattura in due occasioni. Mentre Ghazi Hamad, uno dei leader di Hamas, ha dichiarato che se ci fosse un cessate il fuoco permanente i miliziani sarebbero disposti a “un grande compromesso.”
Blinken: Usa vuole due stati
Il Segretario di Stato Antony Blinken ha voluto rassicurare il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi sull’impegno degli Stati Uniti per giungere a una soluzione della crisi in Medioriente che preveda la creazione di uno Stato palestinese. Lo si legge in una nota del Dipartimento di Stato americano sul colloquio telefonico tra Blinken e Safadi. La Giordania ha contestato la linea adottata dagli Stati Uniti dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas. Durante la sua telefonata con Safadi, Blinken “ha sottolineato l’impegno degli Stati Uniti nel fornire e facilitare un’assistenza umanitaria maggiore e sostenuta a Gaza e ha espresso apprezzamento per la leadership della Giordania nel fornire aiuti.” I due alti diplomatici hanno anche “discusso degli sforzi per prevenire l’espansione del conflitto e della necessità di fare tutto il possibile per proteggere i civili a Gaza e fermare la violenza dei coloni estremisti in Cisgiordania.”
La risoluzione Onu
Da giorni il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi” a Gaza, ma senza costrutto. Nella bozza finale della risoluzione Onu, frutto di un compromesso tra Emirati arabi e Stati Uniti, c’è soprattutto la preoccupazione di tutelare i civili della Striscia. Washington è contraria ad un cessate il fuoco ma favorevole a tregue umanitarie che permettano di far entrare gli aiuti a Gaza e aver preso atto di questo potrebbe favorire il via libera degli Stati Uniti che uno dei paesi che ha diritto di veto. Nel testo si chiede anche il rilascio immediato di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas. La risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu ribadisce la richiesta di “una soluzione a due Stati, con la Striscia di Gaza come parte di uno stato palestinese.” Anche Israele vuole accelerare la consegna degli aiuti umanitari a Gaza attraverso un corridoio marittimo da Cipro. Lo ha detto il ministro degli esteri Eli Cohen in visita sull’isola secondo cui il corridoio potrebbe partire dalla città portuale di Larnaca. ”Cipro e Israele insieme ad altri partner nella regione – ha detto Cohen – vogliono promuovere l’iniziativa per assicurare un corridoio marittimo per il trasferimento di assistenza umanitaria a Gaza in modo ordinato e ben controllato.” Ieri sono entrati a Gaza 161 camion di aiuti umanitari: 100 dal valico di Rafah e 61 da quello di Kerem Shalom.
Video della Jihad con due ostaggi
Dopo il video mostrato da Hamas di tre anziani tenuti in ostaggio, ieri l’ala militare del gruppo terroristico palestinese Jihad islamica ha pubblicato, a sua volta, un video di due ostaggi israeliani; Gadi Mozes e Elad Katzir.I due uomini sono stati presi in ostaggio dal Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre. Parlando sotto costrizione e dicono che potrebbero morire in qualsiasi momento a causa degli attacchi dell’Idf a Gaza. La moglie di Mozes, Efrat, è stata assassinata il 7 ottobre. La madre di Katzir, Hanna, è stata rapita e infine liberata in base al precedente accordo di rilascio, mentre suo padre Rami è stato assassinato. I famigliari hanno descritto i due uomini “esausti”, molto dimagriti e in non buone condizioni fisiche. Il figlio di Mozes dice che la famiglia è felice per avere avuto una prova che il genitore è in vita, ma“sembra completamente diverso.”
I quotidiani americani
Secondo il Wall Street Journal i leader politici di Hamas hanno avviato un dialogo con le altre fazioni palestinesi sulla gestione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania una volta terminato il conflitto in corso con Israele nella Striscia di Gaza. Il capo e l’ex capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh e Khaled Mashaal, sarebbero in contatto con l’esponente di Fatah e numero due dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), l’organismo presieduto da Mahmud Abbas (Abu Mazen) che rappresenta i palestinesi all’Onu e nella Lega Araba Hussein Al-Sheikh, e ai colloqui parteciperebbero anche Mohammed Dahlan, ex capo della sicurezza di Gaza con stretti legami con gli Emirati e l’Egitto, e l’ex premier palestinese Salam Fayyad. I leader di Hamas avrebbero fatto sapere che sono disposti ad aderire all’Olp e a sostenere i negoziati sotto un governo di unità nazionale per uno Stato palestinese entro i confini del 1967. Mentre il Financial Times rivela che lacoalizione navale anti-Houthi creata dagli Stati Uniti punta a istituire un “corridoio sicuro” per le navi commerciali nel Mar Rosso. E il New York Times scrive che un grande fondo finanziario per finanziare Hamas si trova in Turchia e che Israele ne era a conoscenza dal 2018. Ieri è arrivata la replica del Ministero del Tesoro turco, secondo il quale l’articolo del quotidiano americano “altera i fatti.” Il Governo di Ankara sostiene di non aver trovato collegamenti tra la società citata e Hamas: “la mancanza di un deflusso significativo di attività finanziarie smentisce la tesi secondo cui la società in questione sarebbe collegata all’attacco del 7 ottobre 2023.” Infine per il Washington Post Israele starebbe prendendo in considerazione un cessate il fuoco della durata di almeno due settimane, seguito da un graduale ritiro delle truppe israeliane, soprattutto nel nord di Gaza, nel tentativo di rilanciare un accordo per il rilascio degli ostaggi.