Esattamente a 80 anni di distanza dalla battaglia di Monte Lungo, che avvenne durante la seconda guerra mondiale, ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto omaggiare il Sacrario militare di Mignano Monte Lungo, nel casertano, che raccoglie le spoglie di 974 caduti della guerra di Liberazione, deponendovi al suo interno una corona d’alloro. È la seconda visita del Capo dello Stato al Sacrario, a dimostrazione di quanto questo luogo rappresenti davvero tanto per la Repubblica anche per via del fatto che tale battaglia è ritenuta come l’avvio della campagna di liberazione dell’Italia.
Pagina indelebile di storia
Durante la cerimonia di ieri, Mattarella è stato calorosamente salutato da un numeroso gruppo di bambini e studenti delle scuole di Mignano e dintorni. I giovani hanno omaggiato il Capo dello Stato con due panettoni artigianali, realizzati dagli studenti dell’alberghiero ‘Marconi’ di Vairano Patenora. Una dimostrazione di impegno e creatività è stata rappresentata dai panettoni, uno arricchito con fichi secchi e rum, l’altro con i frutti tipici del luogo, canditi, peperoncino e soppressata. In aggiunta ai panettoni, sono stati offerti al Presidente due cocktail creati con prodotti locali, come agrumi e mela annurca. Mattarella è stato accolto con grande entusiasmo lungo la strada che conduce al Sacrario Militare e all’ingresso del cimitero, dove, oltre ai sindaci e ai rappresentanti locali, erano presenti anche il Capo di Stato maggiore dell’esercito, Generale di corpo d’armata Pietro Serino, l’Ambasciatrice polacca Annamaria Anders e la Sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti: “Dopo l’armistizio dell’8 settembre – ha detto – le truppe italiane si riorganizzarono e combatterono contribuendo a liberare l’Italia; come a Mignano Monte Lungo, dove lottarono fino all’estremo sacrificio segnando una pagina indelebile di patriottismo e un capitolo della nostra storia nazionale”. La battaglia tra Alleati e la Wehrmarcht
La battaglia di Mignano Monte Lungo, svoltasi tra l’8 e il 16 dicembre 1943, rimane un capitolo cruciale nella storia della Seconda Guerra Mondiale nel Belpaese. Questo scontro frontale tra gli Alleati e la Wehrmacht segnò il primo combattimento delle truppe italiane dopo l’armistizio e rappresentò un momento fondamentale nella campagna per la liberazione del Paese.L’episodio assume particolare rilevanza nella memoria collettiva poiché vide le truppe italiane, riorganizzate dopo l’armistizio con le potenze alleate, impegnate nella nuova strategia della cobelligeranza. Il generale Vincenzo D’Apino guidò il I Raggruppamento Motorizzato, costituendo la neonata formazione militare.
Sulle alture del Monte Lungo, il 7 dicembre, i primi battaglioni dell’esercito del Regno del Sud si unirono alle truppe statunitensi, affrontando la sfida di penetrare la Linea Bernhardt, ritardatrice della Linea Gustav. La prima battaglia dell’8 dicembre fu segnata da un impegno ponderoso, ma informazioni incomplete sul nemico e l’improvviso diradarsi della nebbia favorirono una pesante controffensiva tedesca, portando al fallimento dell’operazione. Nonostante le ingenti perdite, il Primo Raggruppamento Motorizzato non si arrese. Riorganizzatosi, sferrò una nuova offensiva il 16 dicembre. Questa volta, gli Alleati inflissero una considerevole sconfitta alle truppe naziste, costrette a ritirarsi e lasciare sventolare sulle cime del Monte Lungo il tricolore italiano e la bandiera statunitense. L’eroismo e il sacrificio di vite umane compiuti dal Primo Raggruppamento Motorizzato a Mignano Monte Lungo consentirono al ricostituito esercito italiano di continuare la collaborazione con gli Alleati per liberare la nazione dall’occupazione. Questo primo passo risultò fondamentale nel percorso tracciato verso la libertà, aprendo la strada per successive vittorie e la fine dell’oppressione.