domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Decine di miliziani si sono arresi. Forte tensione tra Onu e Israele

Usa: non appoggiamo il cessate il fuoco. Netanyahu minaccia Hezbollah

L’esercito israeliano ha catturato decine di combattenti di Hamas, che si sono arresi nel nord della Striscia di Gaza. Sono state mostrati video e foto di uomini denudati e seduti per terra, mani dietro la testa, mentre venivano tenuti sotto tiro dai soldati e poi trasportati in camion militari. Erano nascosti a Jabaliya e in altre aree a nord della Striscia. Anche la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, è stata colpita nella notte da pesanti bombardamenti israeliani. In quell’area erano stati spinti i palestinesi del nord, ma nei giorni scorsi l’Idf aveva chiesto che i rifugiati si spostassero verso ovest. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che se Hezbollah iniziasse una guerra totale contro Israele, “allora da solo trasformerebbe Beirut e il Libano meridionale, non lontano da qui, come Gaza e Khan Yunis.” Netanyahu ha fatto queste dichiarazioni durante una riunione operativa presso il Comando Nord, alla quale hanno partecipato anche il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore dell’Idf Herzl Halevi. I tre hanno incontrato i riservisti dell’esercito, che Netanyahu ha elogiato per il loro “straordinario spirito di volontà di combattere, di portare a termine il compito, di ripristinare la sicurezza. Non solo a sud, ma anche a nord.”

Guterres, appello per cessate fuoco

Le critiche più insistenti a Israele arrivano dalle organizzazioni dell’Onu. Ieri Guterres ha rilanciato l’appello per la dichiarazione di un cessate il fuoco umanitario urgente. Ha citato l’articolo 99 della Carta Onu, che recita: “il Segretario Generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su qualunque questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. Anche ieri l’Unrwa non ha mancato di dichiarare che “i pesanti bombardamenti e la ripresa delle operazioni militari hanno reso la situazione a Gaza disperata.” Praticamente è da oltre un mese che la situazione è al collasso, che stanno per scoppiare epidemie mai viste prima e che in una popolazione composta dal 50% da minorenni, muoiono o rimangono feriti prevalentemente minori. Dunque continuano le polemiche soprattutto dopo che giorni fa Israele ha negato il visto a una funzionaria delle Nazioni Unite.

Duro scontro tra Israele e Onu

Pertanto c’è uno scontro sul campo tra forze militari e uno scontro tra idealità e realtà che, per ora, la comunità internazionale non riesce a risolvere se non attraverso dichiarazioni ai mezzi di informazione o pubblicando post sui social media. Ieri, appunto, in un post su X il sottosegretario generale dell’Onu, Martin Griffiths, ha scritto: “la comunità umanitaria internazionale ha un unico, chiaro messaggio: tutto questo deve finire immediatamente. Il cessate il fuoco di cui tutti abbiamo parlato deve iniziare immediatamente.” Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha invece dichiarato che il sistema sanitario di Gaza è “in ginocchio ed è vicino al collasso.” Dichiarazioni che, associate a quelle del segretario generale dell’Onu, hanno fatto scattare il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen che ha definito il mandato del capo delle Nazioni Unite un “pericolo per la pace nel mondo.” “La sua richiesta di attivazione dell’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite e la richiesta di un cessate il fuoco a Gaza – ha spiegato Cohen – sono un’approvazione dell’organizzazione terroristica di Hamas.”

Idf: razzi partiti da zone umanitarie

Israele, intanto, ha resto noto che i 12 razzi lanciati da Hamas contro la città di Beer Sheva, nel sud di Israele, sono partiti “da un posto vicino alle tende dei civili evacuati di Gaza nel sud della Striscia e strutture delle Nazioni Unite.” Lo ha detto – allegando video dei lanci – il portavoce militare secondo cui altri tiri “sono stati effettuati da zone umanitarie.” Hamas – ha aggiunto il portavoce – “abusa del popolo di Gaza usandolo per i suoi atti di terrorismo. Si radica cinicamente nelle infrastrutture civili, nelle scuole, nelle aree residenziali, vicino alle strutture dell’Onu e perfino nelle zone umanitarie, usando i civili come scudo umano.”

Proposta di risoluzione da Emirati

E questo dopo che mercoledì anche la Casa Bianca, attraverso più voci, aveva ribadito che non accetterà mai il cessate il fuoco, mentre si sta prodigando per il rilascio dei 138 ostaggi ancora nelle mani di Hamas; tra questi ci sarebbero altri sette cittadini statunitensi. Ieri, dopo la visita di Putin, gli Emirati Arabi Uniti “hanno presentato un progetto di risoluzione al Consiglio di Sicurezza chiedendo un cessate il fuoco immediato a Gaza per motivi umanitari in risposta alla situazione catastrofica” nella Striscia di Gaza “e al peggioramento della sofferenza del fraterno popolo palestinese, come affermato dal segretario generale della Nazioni Unite, Antonio Guterres.”

Iran torna a minacciare Israele

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian è tornato a condannare duramente gli attacchi israeliani su Gaza e ha ammonito che “giorni terribili” attendono Israele. In una telefonata con il ministro degli Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, il capo della diplomazia iraniana ha affermato che la resistenza palestinese ha finora fronteggiato l’assalto di Israele con una “risposta potente.” Amir Abdollahian ha aggiunto che, nonostante i continui attacchi contro la Striscia di Gaza, per gli israeliani le condizioni del campo di battaglia a Gaza continuano a complicarsi. Considerando l’attuale tendenza, ha detto, “i prossimi giorni saranno terribili per l’esercito israeliano invasore” e poi, “gli Stati Uniti e il regime sionista non sono in grado né di eliminare Hamas e la resistenza né di prendere decisioni al posto del popolo palestinese e di Gaza.”

Suicidi tra i giovani del rave

Da Tel Aviv la Bbc inglese racconta che alcuni fra i giovani sopravvissuti alla strage commessa da Hamas al rave che si stava tenendo nei pressi del kibbutz di Be’eri lo scorso 7 ottobre, si sarebbero suicidati. L’emittente britannica, inoltre, cita una frase della capo della polizia israeliana Yaacov Shabtai secondo cui “diciotto giovani uomini e donne sono stati ricoverati in ospedali che si occupano di salute mentale” a causa delle loro condizioni sopravvenute al trauma. Secondo Shabtai inoltre molti dei sopravvissuti avrebbero difficoltà a parlare e hanno spiegato di non essere in grado di rendere testimonianza in merito a quanto hanno visto o vissuto.

Usa, indagine sull’assalto 7 ottobre

Il procuratore generale americano Merrick B. Garland ha annunciato che il dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine formale sull’”omicidio di più di 30 americani” da parte dei combattenti di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre in Israele aggiungendo che non è chiaro quali leggi potrebbero essere usate per perseguire i responsabili dell’attacco. Secondo un alto funzionario delle forze dell’ordine potrebbero essere soggetti allo statuto sui crimini di guerra che sarebbe utilizzato per la prima volta, o alle leggi antiterrorismo.

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