lunedì, 16 Dicembre, 2024
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“Impossibile liberare tutti gli ostaggi”. Onu: Gaza nessuna zona è sicura

Gli Stati Uniti vogliono sanzionare i coloni israeliani coinvolti in attacchi a palestinesi in Cisgiordania. Israele accusa Hamas di aver interrotto il rilascio di ostaggi perché teme le accuse di stupro e polemizza con le organizzazioni internazionali che non indagano. L’Iran nega di avere a che fare con gli attacchi alle navi nel mar Rosso e l’Onu dichiara che la situazione in tutta la Striscia di Gaza peggiora di ora in ora.

Il Presidente Biden qualche giorno fa aveva dato l’ordine di preparare possibili sanzioni “contro individui o entità che direttamente o indirettamente sono coinvolti in azioni che minacciano la sicurezza o la stabilità in Cisgiordania o intraprendere azioni che intimidiscono i civili o azioni che ostacolano, interrompono o impediscono in modo significativo gli sforzi per raggiungere una soluzione a due Stati.” La preoccupazione di un’escalation si fa sempre più estesa e oggi anche il Presidente Vladimir Putin sarà in Arabia Saudita e negli Emirati arabi, mentre domani sarà a Mosca il Presidente iraniano Ebrahim Raisi. Putin, evidentemente, sta proponendo una sua mediazione per il fronte arabo.

L’Iran smentisce coinvolgimento

Anche le dichiarazioni che giungono dall’Iran sembrano meno roboanti. Rispetto al presunto coinvolgimento di Teheran negli attacchi alle navi nel mar Rosso sono state respinte le ricostruzioni del governo inglese. “Queste dichiarazioni sono in linea con alcuni obiettivi politici e indicano che le autorità britanniche tentano di capovolgere la realtà della regione, oltre a mostrare che sono influenzate da parti terze, compreso il regime sionista che uccide i bambini”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani. Il funzionario ha sottolineato che “i gruppi di resistenza nella regione non ricevono ordini dalla Repubblica islamica dell’Iran per fronteggiare e rispondere ai crimini di guerra e al genocidio del regime sionista.”

Netanyahu e famigliari ostaggi

In Israele il premier israeliano Netanyahu ha spento le speranze dei famigliari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. “Al momento”, ha riferito, “non è possibile riportarli tutti indietro.” Parole pronunciate durante l’incontro del capo di governo con i familiari dei sequestrati a una riunione del gabinetto di guerra. Un faccia a faccia molto teso, alla presenza anche di alcuni degli ex ostaggi liberati la settimana scorsa. Le famiglie hanno sollecitato il Gabinetto a riprendere “subito” le trattative con Hamas, “senza ritardi e ad ogni costo”. Mentre il ministero della Sanità ha reso noto che Hamas ha sedato gli ostaggi, con vitamine e stabilizzatori dell’umore, prima di rilasciarli per “farli sembrare felici.”

Terza fase operazione militare

L’esercito israeliano si è spinto verso sud della Striscia. “Siamo nel centro di Jabalya, in quello di Shuyaia e ora anche di Khan Yunis” ha reso noto il capo del Comando del fronte del sud israeliano, generale Yaron Finkelman. “Siamo nel mezzo dei giorni più intensi dall’inizio dell’operazione di terra in termini di terroristi uccisi, di scontri a fuoco e di uso della potenza di fuoco terrestre e aerea. Intendiamo continuare a colpire e raggiungere i nostri risultati.” Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi ha dichiarato che negli ultimi due mesi sono stati arrestati oltre 1.200 agenti di Hamas. Che sono alla “terza fase” dell’operazione militare e che sia in Cisgiordania che in Libano continua la caccia ai terroristi.

Qatar critica Israele

Continuano a risuonare le sirene anche a Tel Aviv per l’arrivo di razzi sparati da Gaza. Tanta gente corre a ripararsi nei rifugi e si interrompono le attività. Schegge sono cadute nell’area del porto di Tel Aviv e altre vicine a una scuola. Anche l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani ha lanciato una dura accusa a Israele nel discorso di apertura del vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo a Doha. “Le forze di occupazione israeliane hanno violato tutti i valori politici, etici e umanitari. Questo è un genocidio commesso da Israele.” L’emiro ha aggiunto che i palestinesi dovrebbero essere elogiati per “essere rimasti saldi nella loro giusta causa” e ha fatto appello alla necessità di un cessate il fuoco completo e duraturo. Il Qatar, con l’Egitto, è uno dei paesi che più si è speso per la tregua, ma le dichiarazioni di Al Thani sembrano confermare la fine delle trattative, almeno per questa fase.

Stupri e barbarie

Israele oltre agli attacchi militari sta insistendo sulle vicende degli stupri e il ministro degli Esteri Cohen ha dichiarato che “il mondo ‘illuminato’ chiude gli occhi per un solo motivo: queste donne sono ebree e israeliane”. “Chiediamo – ha detto il ministro – che la comunità internazionale agisca contro l’organizzazione terroristica di Hamas per i suoi crimini contro l’umanità e faccia appello per un immediato rilascio delle donne e degli uomini rapiti che sono tenuti in ostaggio da un gruppo terroristico peggiore dell’Isis.”

Ieri è stata anche divulgata la testimonianza della riservista dell’esercito Shari Mendes, che ha lavorato alla ricomposizione dei corpi delle donne uccise da Hamas. Raccapriccianti barbarie. Nella maggior parte dei casi, ha raccontato Mendes, è stato impossibile mostrare i cadaveri alle famiglie per le condizioni in cui erano ridotti. Quanto ai bambini il direttore dello Schneider children’s medical center, il primo e più grande ospedale pediatrico di Israele, ha detto: “sappiamo che alcuni bambini rapiti da Hamas sono stati abusati sessualmente. Non sono tra i piccoli che abbiamo in cura noi qui, si trovano in una delle altre strutture mediche che hanno preso in carico gli ostaggi minorenni dopo il rilascio.” “Sono come fantasmi. Soffrono di depressione profonda grave, sono tristi, camminano lentamente, non vogliono uscire dalla stanza, scoppiano a piangere se vedono un estraneo, hanno paura, masticano il cibo lentamente, temono ogni rumore.” Una madre con due bambine di 3 anni è in ospedale dal momento del rilascio. Non vogliono andarsene: la loro casa è stata bruciata, il papà è in ostaggio a Gaza, non vogliono uscire. “Questi bambini probabilmente avranno bisogno di essere curati e seguiti per tutta la loro vita”, conclude il vice direttore dello Schneider children’s medical center.

Impossibili le zone sicure

Poi le organizzazioni internazionali e umanitarie. Per l’Unicef la creazione di cosiddette zone sicure a Gaza per la popolazione civile “non è possibile. Non sono scientifiche, non sono razionali, non sono possibili e penso che le autorità ne siano consapevoli”, ha affermato James Elder, portavoce dell’Unicef. La pretesa che esista un posto sicuro nella Striscia in cui le persone possano fuggire è “brutale”: lì si dovrebbero garantire “cibo, acqua, medicine e riparo”, mentre nell’enclave palestinese “questi sono del tutto assenti… Si tratta di minuscoli appezzamenti di terra arida, o sono angoli di strada, sono marciapiedi.” “Non c’è acqua, né strutture, né riparo dal freddo e dalla pioggia e non ci sono servizi igienici.” Richard Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a Gaza ha dichiarato che “la situazione sta peggiorando di ora in ora”, “i bombardamenti sono intensificati ovunque, anche qui nelle aree meridionali, a Khan Younis e persino a Rafah.”

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