Altra manifestazione a Madrid: migliaia di persone (dagli 8.000 ai 15.000) si sono radunate nei pressi del tempio Debod contro la legge di amnistia a favore degli indipendentisti catalani. Il Partito popolare ha definito la protesta “più che giustificata” dopo l’incontro, in Svizzera, tra il Partito socialista (Psoe) e Uniti per la Catalogna (JxCat). La trattativa per tenere in piedi il Governo Sanchez II è finita nelle mani di un “mediatore” terzo che, in Spagna, sta facendo molto discutere. Il presidente del Partito popolare, Alberto Feijòo ha annunciato che la mobilitazione sarà permanente perché “non esiste negoziazione nella clandestinità.”
Trattative a Ginevra
Socialisti e indipendentisti stanno trattando attraverso il diplomatico salvadoregno Francisco Galindo Perez come verificatore internazionale in incontri che si terranno nei prossimi mesi e il Partito Popolare ha già annunciato un’offensiva in tutte le istituzioni per costringere il Governo a rivelare ciò che sta negoziando con Carles Puigdemont. L’incontro tra socialisti spagnoli e indipendentisti catalani, a Ginevra, tenuto nei giorni scorsi, sarebbe stato mediato con l’intervento delCentro per il dialogo umanitario del think tank svizzero Henry Dunant per garantire che tutti gli accordi siano onorati dalle due parti. È necessario un mediatore internazionale perché “è bene che se due non si capiscono ci sia un terzo che verifichi che gli accordi vadano avanti”, ha affermato prima dell’incontro il primo ministro Pedro Sánchez. “Se abbiamo posizioni molto diverse, la buona notizia è che, almeno da queste posizioni molto diverse e da questa straordinaria diffidenza, abbiamo imparato a parlare, a dialogare e, se possibile, ad accordarci”.
Forti critiche dall’opposizione
I media spagnoli hanno rivelato che il mediatore sarà lo stesso che ha gestito i negoziati tra l’ormai dissolto gruppo terroristico basco ETA e il governo dell’ex primo ministro José Luis Rodríguez Zapatero (PSOE/S&D). Secondo quanto si legge sul sito web dell’organizzazione con sede in Svizzera, la missione del Centro per il dialogo umanitario è quella di “prevenire e risolvere i conflitti armati attraverso il dialogo, la mediazione e la diplomazia discreta” lavorando per riunire “tutte le parti” sul “cammino verso la pace”. Il ricorso a una sorta di “controllore internazionale” ha suscitato molte polemiche nei media spagnoli e tra i due principali partiti di opposizione di destra; il Partito popolare, il principale gruppo di opposizione, e il partito di estrema destra Vox, il terzo gruppo più grande in parlamento. Il sindaco di Madrid, José Luis Martinez Almeida, ha commentato l’incontro in Svizzera dicendo: “non abbiamo bisogno di un mediatore tra un fuggitivo dalla democrazia e un fuggitivo dalla giustizia.” La vicesegretaria per l’Organizzazione territoriale del Partito popolare, Carmen Fúnez, ha accusato il governo per la sua mancanza di trasparenza. Ha descritto l’incontro tra il Psoe e Puigdemont e il mediatore internazionale come una “totale e assoluta anormalità democratica”, esprimendo il proprio rammarico per dare “un senso di normalità a qualcosa che non ha posto in uno Stato democratico come il nostro”.
Le questioni in ballo
Tra le principali questioni che Sánchez e Puigdemont stanno affrontando figurano l’approvazione di una legge di amnistia per le persone coinvolte nel tentativo secessionista del 2017 in Catalogna, compreso lo stesso Puigdemont, la cancellazione di 15 miliardi di euro di debito dovuto da quella regione allo Stato centrale e il trasferimento dei pieni poteri da Madrid alla Catalogna sulla rete ferroviaria locale.