Ha ribadito di avere fiducia nella magistratura, ma di aver dato lettura, nel corso dell’oramai famosa intervista pubblicata domenica scorsa dal ‘Corriere della sera’, “di alcuni interventi pubblici che io reputo gravissimi sulla questione giustizia. Ho totale fiducia nella magistratura, ma so distinguere, mi riferisco ad alcune cose pubbliche che ho sentito in cui qualcuno ha parlato di una magistratura che deve avere ‘una fisiologica funzione antimaggioritaria a tutela dei diritti’. Parole, queste, del Ministro della Difesa Guido Crosetto che in un acceso dibattito alla Camera ha risposto all’interpellanza urgente di +Europa proprio sui contenuti delle sue dichiarazioni rilasciate al quotidiano milanese.
Crosetto ha voluto puntualizzare di non aver mai attaccato né di avere l’intenzione di attaccare la magistratura: “Non ho nessun problema a confrontarmi su frasi che non trovo gravi. Non ho attaccato e non attaccherò mai la magistratura”. Ha precisato quindi di non aver mai affermato di essere a conoscenza di incontri segreti o cospirazioni, ma ha puntato il dito su dichiarazioni pubbliche che ritiene siano state espressione di opinioni discutibili. E ha aggiunto: “Qualcuno ha detto che ho detto queste cose perché temo le inchieste. No, io sono Guido Crosetto. Ho 60 anni e in 60 anni non sono stato mai sfiorato da nulla. Secondo voi ho sollevato questo tema perché ho paura? No, io l’ho sollevato perché non ho paura”.
Discussione democratica
Il Ministro ha anche riferito di essere stato oggetto di ciò che ha descritto come un “plotone di esecuzione ad personam” nei giorni recenti, con trasmissioni, insulti e interpretazioni malevole delle sue parole. Ha spiegato di aver sollevato la questione riguardo a interventi pubblici che reputa gravissimi come cittadino, sottolineando la necessità che il Parlamento affronti tali questioni, non per minare la magistratura, ma per garantire una discussione democratica su questioni rilevanti.
Il Ministro ha quindi affermato che chi ha responsabilità e potere deve non solo essere terzo, ma anche apparire terzo, sottolineando l’importanza del principio di neutralità e imparzialità che riguarda ogni istituzione dello Stato.