venerdì, 15 Novembre, 2024
Società

Educare e se necessario curare i giovani

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

L’Italia attende con il fiato sospeso l’estradizione di Fabio Turetta, non tanto e non solo per un senso di giustizia collettiva, ma anche per capire quali possano essere state le ragioni e le dinamiche del gesto efferato contro l’ex fidanzata Giulia di cui è accusato. Tutti vorremmo liberarci dal terrore che dietro chiunque, anche il cosiddetto “bravo ragazzo”, si possa nascondere un orco. Scoprire se ci sia della follia, se si tratta d’istinto e non premeditazione, come invece sembrerebbe abbia fatto, in parte ci solleverebbe dalla paura che chiunque si possa trasformare in assassino.

La realtà è diversa, come spiega lo psicologo fiorentino Fabio Norcia, membro della International Neuro-Psychoanalysis Society e fondatore della Associazione Culturale “Anima la tua Anima”. Ciascuno di noi, per ragioni ancestrali o reattive alle condizioni ambientali, può ammalarsi di uno dei tanti disturbi della personalità, condizione che se curata, così come curiamo i mali del fisico, potrebbe essere superata. Ma secondo la recente indagine Piepoli, realizzata per il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, ·nel 2022 solo il 17% degli italiani ha interpellato uno specialista. La maggior parte erano donne, di età superiore ai 55 anni.

Nelle istituzioni tutti invocano una campagna educativa al rispetto della donna e all’affettività tra i giovani, ma andrebbe accompagnata a una normalizzazione della cura della mente come del corpo, cominciando ad esempio a introdurre la figura dello psicologo nelle scuole, come negli altri paesi europei. Invece, tra gli italiani, soprattutto tra gli uomini, persiste una certa resistenza a rivolgersi allo psicologo, come fosse l’equivalente di una ammissione di pazzia o una perdita di tempo e denaro.

Occorre, dunque, puntare sulle nuove generazioni per un cambio culturale, di cui il rispetto per le donne deve essere parte centrale, insegnando loro a riconoscere i segnali di un malessere, che se affrontato nelle giuste sedi, probabilmente può essere curato. La sintomatologia psichica dei disturbi di personalità presenta, con modalità che possono essere diverse per i singoli individui, sintomi emotivi (ansia, depressione e rabbia) e sintomi comportamentali, questi ultimi specifici per ciascun tipo di disturbo. C’è chi tende a isolarsi, chi necessita della presenza costante degli altri e chi, infine, sente il bisogno di dominare o di essere al centro dell’attenzione.

Proprio in base ai sintomi comportamentali, i disturbi di personalità vengono classificati in almeno dieci tipi. A seconda della gravità della sintomatologia ciascun disturbo di personalità può presentarsi o come nevrosi o come psicosi, le prime sono forme più lievi, le seconde più gravi e generalmente compaiono in adolescenza o nella prima età adulta, tendendo a mantenersi o ad aggravarsi nel tempo. Coloro che ne soffrono, spiega ancora il dottor Norcia, non sempre cercano l’aiuto di uno specialista perché convinti di essere sani. Per la propria salvezza sta alle donne essere pronte a riconoscere questi segnali e imparare che già la mancanza di rispetto, anche solo verbale, è una forma di violenza e che la violenza è malattia.

 

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