Dall’ultimo rapporto Istat emerge che nel 2022 in Italia su 126 casi di omicidio che hanno avuto una donna come vittima, sono stati registrati 106 presunti femminicidi, ossia l’84,1% del totale. Secondo l’istituto di statistica sono 61 le donne uccise per liti di coppia dal partner o dall’ex partner, mentre risultano 43 le donne uccise da un altro parente. Nel 2022 è una la donna uccisa da un conoscente con movente passionale ed è una la donna uccisa da sconosciuti, nell’ambito della criminalità organizzata.
Tra le restanti 20 vittime di omicidio si registrano quattordici vittime uomini e sei donne uccisi da sconosciuti o conoscenti: i moventi sono principalmente la rapina, gli interessi economici e i gesti pura follia. Il report rende noto anche che risulta in crescita sia il numero di uomini uccisi da sconosciuti (0,37 per 100mila maschi rispetto allo 0,27 del 2021) che il numero di donne uccise dai parenti (0,14 per 100mila abitanti rispetto allo 0,10 del 2021). Nel periodo analizzato dall’Istat la maggioranza delle vittime di omicidio è composto da cittadini italiani (77,6%), mentre il 22,4% è composto da stranieri.
Gli uomini uccidono di più
Nell’anno 2022 sono stati commessi 322 omicidi (+6,2% rispetto al 2021), ma per 37 di quest’ultimi non è stato possibile individuare un presunto autore. Il report specifica, quindi, che nei 285 casi analizzati l’autore dell’omicidio è quasi sempre un uomo (93,7%) contro il 6,3% di omicidi commessi dalle donne. Gli uomini, secondo l’Istat, uccidono in prevalenza altri uomini (153 omicidi su 267, il 57,3%) mentre nel restante 42,7% dei casi le vittime sono donne. Analizzando nel dettaglio gli omicidi commessi dagli uomini italiani e quelli stranieri emerge che gli uomini nati nel nostro Paese uccidono con più frequenza le donne (44,3%) rispetto a chi proviene da altri Paesi (37,9%).
I moventi principali nel 45,3% dei casi di omicidio sono liti, futili motivi e rancori personali, seguiti dai moventi per interessi economici (14%, inclusi gli omicidi a scopo di rapina) e i moventi attribuiti a uno stato psicologico di “follia” (11,2%). Nel 4,3% dei casi, invece, l’omicida compie questo atto per interrompere una grave malattia della vittima e questo è avvenuto solo nei confronti delle donne, in gran parte di età molto avanzata (in 14 casi dei 126 omicidi di donne, pari al1,1% del totale). Nella maggior parte dei casi di omicidio le armi da fuoco sono state il mezzo più utilizzato (37%), seguito dalle armi dalle armi dal da taglio (32,6%), Il 9,3% degli omicidi sono stati commessi con l’uso di armi improprie, mentre il restante 21,1% dei casi l’atto è avvenuto con altre modalità.
La situazione in Ue
Il livello di omicidi commessi in Italia, pur avendo registrato un forte incremento rispetto al 2021, è comunque più basso se confrontato con quello della Unione europea. Nella Ue la Lettonia è il Paese con il maggior numero dei casi di omicidio (5,18 ogni 100 mila abitanti), seguita da Lituana (,2,50 ogni 100mila abitanti) e Finlandia (1,70 ogni centomila abitanti). L’Italia nel 2021 occupava il ventiduesimo posto tra i ventisette Paesi Ue con 0,51 omicidi ogni 100mila abitanti, a fronte di una media generale di 0,83.
Valori ancor più contenuti di questo dato si registrano in Lussemburgo, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovenia e Malta (tutte tra 0,47, 0,43 e 0,39 omicidi ogni centomila abitanti). Per le sole vittime donne, l’incidenza media degli omicidi nella Ue è pari 0,60 omicidi ogni 100mila donne. Il nostro Paese nel 2021 con 0,39 omicidi per 100mila donne precede solo l’Irlanda con 0,28 omicidi e Malta, dove non ci sono state vittime di sesso femminile. In Europa al livello della situazione italiana si trovano anche Paesi come Polonia, Spagna e Paesi Bassi (tra i o,40 e i 0,42 omicidi per 100mila donne).