Nella storia dell’umanità si afferma un’atroce verità: oggi, bisogna ancora imparare ad amare. L’amore consiste in un paio d’ali e non in un lucchetto: dovremmo riflettere a lungo su questa ennesima storia tragica con un finale tristissimo che sta tormentando famiglie, amici, chi l’ha conosciuta e chi ha sentito la storia in questi giorni. Pur riconoscendo i tratti di una violenza latente, in tanti non abbiamo voluto credere alla “banalità del male”: lo stesso papà di Giulia, che ha avuto il coraggio persino di dirlo in TV, ha cercato un finale diverso offrendo perdono e comprensione, immaginando che fossero scappati dalla realtà quotidiana per ritrovarsi… Invece giovani e belli sono finiti per essere vittima e carnefice di una sottocultura imperante in cui il Bene fa fatica ad affermarsi. Stiamo sopravvivendo a noi stessi, cari Amici, tutti siamo pervasi da questo tirare a campare. Altro che superiorità dell’Occidente… Sono troppi i giovani che non seguono le notizie, nemmeno della cronaca, la storia del nostro tempo.
La storia di tutti viene oggi scritta con troppo sangue sparso inutilmente; abbiamo bisogno di esempi di vita e finiamo nel leggere le notizie del nostro tempo solo di violenza e morte. Domestica e di stato. In nome del potere e del possesso delle cose e della vita dell’altro. E così con le violente immagini di morte, una strage di innocenti perpetrata da Hamas a cui sta seguendo una dolorosa e ancora sanguinosa ricerca dei criminali tra la popolazione palestinese inerme la storia si ripete. Innocenti muoiono e colpevoli tirano a campare. Diventa ingiusto pensare come la mente umana possa ancora generare violenza di fronte a immagini del nostro tempo che inorridiscono. Invece di affermare Valori buoni pare di assistere alla gara di mostruosità. In che mondo viviamo? Cosa abbiamo insegnato e cosa lasciamo ai giovani? Piangendo Giulia dobbiamo interrogarci tutti e augurarci davvero che possa vivere nella dimensione della Vita Eterna, quella libertà negata dalla sua storia.