I valori liberali sono i più apprezzati nel mondo. Lo dice un sondaggio dell’European Council on Foreign Relations che, in collaborazione con l’università di Oxford, ha condotto una ricerca demoscopica in una ventina di paesi, metà in Europa e metà nel mondo: Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera e Gran Bretagna, Cina, India, Turchia, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Arabia Saudita, Indonesia, Corea del Sud e Brasile. Per i diritti umani, ad esempio, i cittadini di Brasile, India, Sudafrica, Corea del Sud, Turchia e anche dell’Arabia Saudita si sono detti più vicini all’Occidente che alla Cina e ai suoi partner. Così come per i controlli e la sorveglianza delle reti telematiche, la maggioranza “dei cittadini del mondo” si sente più vicina ai metodi occidentali. “I leader europei e statunitensi”, scrivono i ricercatori, “tendono a vedere il mondo di oggi attraverso la lente di sistemi ideologici e politici in competizione, in cui si è con l’Occidente o contro di esso. Ma i risultati del sondaggio d’opinione pubblica indicano che le persone in tutto il mondo preferiscono invece un accordo à la carte, in cui i loro governi possono scegliere pragmaticamente i loro partner a seconda della questione in gioco”.
Occidente, il riferimento
La ricerca si intitola: “Europe in a changing world”, ed è curata da Ivan Krastev, Timothy Garton Ash e Mark Leonard; è stata condotta nei mesi di settembre e ottobre 2023. L’Occidente appare un riferimento per i suoi valori e per il “soft power” dei sistemi democratici praticati, anche se, per il futuro, si evidenza un certo pessimismo nell’ambito economico e più nei paesi che ne fanno parte. Anche sul piano militare l’attrattiva dell’Occidente è estremamente marcata. In Corea del Sud (75%), India (64%), Brasile (62%), Sud Africa (54%) e Turchia (51%), la maggioranza dei cittadini preferirebbe che il proprio Paese collaborasse più strettamente in materia di sicurezza con un blocco a guida americana piuttosto che con un fronte guidato da Pechino. Maggioranza registrata anche in Sudafrica, Arabia Saudita e Turchia. In controcanto sempre i cittadini russi che guardano più a Pechino che non a Washington.
Cina, economia forte
E Pechino, infatti, è il riferimento maggioritario soprattutto per l’andamento economico. La maggioranza degli intervistati in Russia (74%), Arabia Saudita (60%), Sud Africa (60%), Indonesia (53%) e Turchia (50%) ha dichiarato di preferire una più forte cooperazione economica con Pechino, mentre solo in India (65%) e Brasile (50%) è emersa una maggiore vicinanza agli Stati Uniti rispetto alla Cina. Dunque la Cina e la Russia non competono con l’Occidente in termini di attrattiva come luogo in cui vivere o di valori secondo i quali le persone vogliono vivere. “Le persone tendono anche a preferire che i loro paesi collaborino più strettamente con un blocco di sicurezza guidato dagli Stati Uniti, ma preferiscono la cooperazione economica con la Cina.” Nel complesso, le persone al di fuori dell’Occidente non vogliono il pieno allineamento politico né con la Cina né con l’Europa e gli Stati Uniti. “Il valore che le persone attribuiscono agli standard di vita e ai valori occidentali non si traduce in fiducia nel progetto politico europeo o nella resilienza delle società liberali. Molte persone al di fuori dell’Occidente dubitano che l’UE e anche le società liberali più in generale sopravviveranno”.
Conflitto russo-ucraino
Quanto al conflitto in Ucraina la maggioranza degli intervistati in Russia (63%), Cina (57%), Arabia Saudita (54%) e Turchia (51%) ritiene che gli Stati Uniti siano già “in guerra” con la Russia, e che quella in corso in Ucraina sia una vera e propria “proxy war.” In Europa (36%, in media), Stati Uniti (20%), India (24%) e Brasile (28%), invece, si il contrario. Quanto all’aspettativa che il conflitto finisca prima possibile sono in testa i cittadini di Cina (48%), Russia (46%), Arabia Saudita (46%), Sud Africa (46%), India (45%), Turchia (43%), Indonesia (34%) e Brasile (31%), mentre più scettici risultano coloro che vivono negli Stati Uniti (42%) e in Europa (33%), perché pensano che “l’Ucraina deve riconquistare tutto il suo territorio, anche a costo di una guerra più lunga o più ucraini uccisi e sfollati”.