venerdì, 20 Settembre, 2024
Attualità

Le elezioni europee del 2024 alle prese con deep-fake e Intelligenza artificiale

Mancano otto mesi alle elezioni europee 2024, ma le agenzie per la sicurezza informatica stanno già alzando la soglia di attenzione. Dalle piattaforme social potrebbe arrivare ondate di fake news e manipolazioni di informazioni. L’agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza (Enisa) ha già avvertito che l’Intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per “disturbare”. “La fiducia nel processo elettorale dell’Ue dipenderà in modo cruciale dalla nostra capacità di fare affidamento su infrastrutture di sicurezza informatica e sull’integrità e disponibilità delle informazioni”, ha detto il direttore dell’Enisa Juhan Lepassaar, “ora tocca a noi garantire di intraprendere le azioni necessarie per raggiungere questo obiettivo delicato ma essenziale per le nostre democrazie.”

Notizie falsi in tempi brevi

I cittadini elettori, durante la campagna elettorale, potrebbero essere ingannati da video realizzati con tecnologia “deep-fake”, indistinguibili dalla realtà, in grado di propagandare false notizie in tempi brevi e quindi con effetti che, anche se smentiti, sono stati comunque ottenuti. Il progetto di legge pensato per combattere questa minaccia è l’AI Act, ed è stato approvato dal Parlamento europeo lo scorso 14 giugno. L’entrata in vigore avverrà tra il 2024 e il 2025, al termine dell’esame di Commissione e Consiglio europeo. Forse tardi rispetto all’esigenza di avere una normativa adeguata prima del prossimo giugno.

AI Act non arriverà per giugno

L’AI Act regolamenta l’uso e la commercializzazione delle intelligenze artificiali. Riconosce quattro livelli di rischio (inaccettabile, elevato, limitato, minimo o nullo) sulla vita delle persone e sui diritti fondamentali e in funzione di essi impone controlli, regole e divieti. Uno di essi è, ad esempio, il social scoring, il sistema che attribuisce un punteggio sociale ai cittadini da parte delle agenzie pubbliche, come accade in Cina.

Pericolo social

Altro fronte è quello dei social: il commissario al mercato unico, Thierry Breton, ha minacciato di sanzioni il patron di X, Elon Musk, contro la diffusione di contenuti “illegali e disinformazione”. Lo stesso aveva fatto contro Meta (Facebook, Instagram) di Mark Zuckerberg. Per i social è già in vigore il Digital services act, la legge per la trasparenza e il funzionamento delle piattaforme online che impone obblighi di collaborazione tra fornitori, autorità e audit indipendenti. Il DSA è stato approvato dal Parlamento europeo il 5 luglio 2022 ed è entrato in vigore a novembre dell’anno scorso e insiste sul principio che “ciò che è illegale offline dovrebbe essere illegale anche online”.

Agcom link con Ue

Il testo regola, tra gli altri, mercati online, piattaforme social e di viaggio, app store, servizi di cloud e di intermediazione quali sono i provider internet e register di domini. Il DSA oltre a velocizzare gli interventi di rimozione di contenuti illegali suddivide le piattaforme in quattro categorie (intermediary services, hosting, online platform, very large platform) e a ciascuna impone obblighi specifici, dall’indicazione delle condizioni di servizio, alla pubblicazione di informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti, fino alla trasparenza nei sistemi di suggerimento e nelle pubblicità. Nell’ambito della nuova legge è stato istituito un Consiglio per i servizi digitali: una piattaforma di confronto composta da un’autorità competente per Stato membro. Per Italia, lunedì 30 ottobre, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha siglato un accordo con la Commissione proprio per stabilire le forme di supporto al lavoro di vigilanza sulle piattaforme.

DSA sperimentato in Polonia

Il DSA è già in vigore e alle elezioni slovacche del 30 settembre è stato sottoposto a un primo stress test. Nell’occasione, il commissario Breton ha espresso insoddisfazione per le finestre di tempo troppo ampie concesse alle piattaforme per adattare i loro sistemi alle nuove regole. La prossima e più decisiva sfida si terrà in occasione delle elezioni europee, per questo il commissario ha chiesto agli Stati membri di accelerare nella creazione di autorità incaricate di gestire i contenuti online illegali. “Dobbiamo mandare un segnale su come siano cambiate le cose in Europa – ha detto – C’è una legge e deve essere rispettata”.

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