venerdì, 28 Giugno, 2024
Attualità

Giornalisti contro il Dl diffamazione: “Senza modifiche ci mobiliteremo”

“Il testo del Disegno di legge in materia di diffamazione a mezzo stampa adottato dalla commissione Giustizia del Senato quale contenuto base per la prosecuzione dei lavori non tutela la libertà di informazione, rischiando di comprimere l’autonomia dei giornalisti e, dunque, il diritto dei cittadini a essere informati”. Ne sono convinti il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa italiana che, per denunciarne le criticità, ha convocato per ieri una conferenza con l’obiettivo di fare il punto della situazione. Un vero e proprio appello, quello lanciato dalla Segretaria della Fnsi Alessandra Costante ai membri del Parlamento affinché prendano in considerazione le proposte avanzate dagli organismi di rappresentanza dei cronisti con l’obiettivo di rivedere il disegno di legge in materia di diffamazione.

Le preoccupazioni

Il disegno di legge, che sarà oggetto di emendamenti entro l’8 novembre, ha sollevato diverse preoccupazioni tra gli addetti ai lavori. Uno dei punti critici riguarda le sanzioni previste, che potrebbero arrivare fino a 50.000 euro. Queste penalità sono considerate sproporzionate rispetto alle retribuzioni medie dei giornalisti, che ammontano a circa 10.000 euro all’anno per i collaboratori e 18.000 euro per i lavoratori autonomi. Queste cifre rendono evidente come le sanzioni previste potrebbero avere un impatto finanziario devastante per molti. Un altro aspetto preoccupante riguarda l’obbligo di rettifica automatica senza alcun commento da parte del direttore di testata o del singolo cronista. Una disposizione che limiterebbe la capacità degli articolisti di fornire un contesto e una spiegazione adeguati alle notizie che pubblicano, minando il principio fondamentale dell’informazione equilibrata e completa. Inoltre, il disegno di legge prevede che i giornalisti non possano più difendersi nel foro di registrazione della testata, ma debbano farlo nel tribunale del querelante. Questo aspetto costringerebbe i cronisti a sostenere costi elevati e a dover affrontare una serie di difficoltà logistiche nel partecipare alle udienze nei tribunali sparsi per tutto il Paese. In particolare, questa disposizione potrebbe penalizzare coloro che lavorano per testate locali o che si trovano in condizioni economiche più precarie. Un’altra lacuna del disegno di legge è la mancanza di provvedimenti contro le querele temerarie. Nonostante la richiesta da parte della categoria per intervenire su questo problema da almeno 10 anni, il testo attuale non affronta in modo adeguato questa piaga che mina l’operato degli operatori dei media. Di fronte a queste criticità, la Fnsi e l’Ordine dei giornalisti hanno presentato una serie di proposte di modifica che mirano a rendere il testo più equilibrato e rispettoso della libertà di stampa. Tuttavia, se queste proposte non verranno accettate, Federazione e Ordine il sindacato sono pronti a mobilitarsi e a scendere in piazza.

Cambiare mestiere

Per il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli le norme contenute nel Dl non tengono conto della realtà attuale: “Prevedere sanzioni che oltre al risarcimento del danno possano ammontare fino a 50mila euro significa di fatto consigliare a chi fa questa professione di cambiare mestiere”. Il Presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani, ha anche parlato di un problema legato all’uso di spyware per spiare i telefonini dei giornalisti con il rischio di bloccare il giornalismo d’inchiesta. “Così com’è formulato – hanno rilevato infine Sindacato e Ordine – il Dl sulla diffamazione non assicura il corretto e doveroso bilanciamento di principi costituzionalmente garantiti, quali la tutela della dignità della persona e il diritto dei cittadini all’informazione”.

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