venerdì, 27 Dicembre, 2024
Economia

Finanziaria 2024, Confcommercio: “Ok su fisco e lavoro, ma servono misure strutturali”

La manovra finanziaria per il 2024, che dovrebbe ammontare a 27,2-27,3 miliardi, è stata definita da Confcommercio come “sobria e prudente”, in considerazione “di uno scenario geopolitico e congiunturale difficile ed esposto a rischi di peggioramento”.

Contrasto all’inflazione

Secondo la Confederazione, “spiccano, a contrasto dell’impatto dell’inflazione sui livelli di reddito bassi e medio-bassi, gli interventi in materia di riduzione del cuneo contributivo e fiscale con il debutto, tra l’altro, di un sistema Irpef a tre aliquote”. Si tratta, però, aggiunge Confcommercio, “di misure limitate al solo 2024 e che, in prospettiva, andranno rese strutturali”.

Welfare aziendale

Quanto alla ‘no tax area’, prosegue la nota, “si procede all’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e redditi da pensione. Ma, sarà anche necessario, “equiparare la soglia di incapienza anche per i lavoratori autonomi ed i piccoli imprenditori” In materia di lavoro, “bene il sostegno del welfare aziendale e della contrattazione di produttività: le misure andranno però rese strutturali. Resta poi l’esigenza di interventi in materia di detassazione degli incrementi salariali definiti in sede di rinnovo dei Ccnl”.

Riforma fiscale

Di rilievo, infine, conclude Confcommercio, l’introduzione della ‘global minimum tax’, per i gruppi di imprese multinazionali, perché segue l’approccio comune, già condiviso a livello OCSE e G20, di una riforma delle regole fiscali internazionali che consenta di ridurre le distorsioni dovute ai differenti livelli di tassazione nei Paesi”. Positivi, inoltre, l’esordio della rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per lavoratori autonomi ed imprenditori, la maggiore deduzione IRES ed IRPEF per le nuove assunzioni, l’innalzamento del tetto dei fringe benefit.

Global minimum tax

In Italia verrà introdotta dal 1° gennaio 2024. L’imposta minima al 15 per cento, rientra nella riforma fiscale globale voluta dai paesi Ocse, e dopo un lungo iter si appresta ad assumere forma concreta su un piano locale. La tassa riguarda gruppi multinazionali o nazionali con ricavi consolidati non inferiori 750 milioni di euro in almeno due dei quattro esercizi precedenti.

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