Martedì la Turchia ha ribadito l’urgente necessità di aggiornare l’accordo di unione doganale con l’Unione europea per allinearlo alle realtà dell’economia globale e allo spirito della loro partnership.
L’unione doganale UE-Turchia è entrata in vigore nel 1995 ma è limitata ai beni industriali e ai prodotti agricoli trasformati. Un accordo commerciale più profondo verrebbe esteso ai servizi, ai prodotti agricoli e agli appalti pubblici.
Il ministro del Commercio Bolat ha riconosciuto i successi ottenuti attraverso l’unione doganale, ma ha affermato che le limitazioni all’interno dell’accordo attuale hanno ridotto significativamente le opportunità di cooperazione economica e commerciale tra la Turchia e l’UE.
La Turchia è l’unico paese non UE con un accordo di unione doganale con il blocco. La Commissione Europea, il braccio esecutivo dell’UE, ha a lungo spinto per rinnovare l’accordo, ma non è riuscita a registrare alcun progresso.
“Non ignoriamo il fatto che la portata insufficiente dell’unione doganale limita notevolmente le opportunità di cooperazione economica e commerciale tra la Turchia e l’UE”, ha detto Bolat ad un evento organizzato dal Centro di Politica Europea a Bruxelles.
Ha esortato ad agire rapidamente e ha sottolineato che non bisogna indugiare con programmi artificiali che non servono a niente.
“Crediamo che il ritardo nell’avvio del processo di aggiornamento dell’unione doganale abbia portato alla perdita di opportunità sia per l’UE che per il mondo imprenditoriale turco”, ha affermato Bolat.
Il ministro turco è arrivato martedì a Bruxelles per tenere una serie di colloqui volti ad affrontare il commercio bilaterale e la cooperazione economica ed esplorare le opportunità per approfondire le relazioni.
Ha incontrato Paolo Gentiloni, il commissario europeo per l’Economia, e avrebbe dovuto discutere con il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario europeo al commercio Valdis Dombrovskis e il commissario europeo per l’allargamento Oliver Varhelyi.