sabato, 23 Novembre, 2024
Società

Il monito del Papa: “Più speranza per i peccatori che per i corrotti

Ieri il Papa, nel corso del consueto Angelus domenicale davanti a 20mila persone in piazza San Pietro, ha invitato tutti a riflettere sulla differenza tra peccato e corruzione. Il primo è un atto di disobbedienza a Dio, il secondo è un atteggiamento di falsità e di inganno. Per il peccatore c’è sempre speranza di redenzione perché è consapevole del suo errore e può chiedere perdono al Signore. Vita più difficile per il corrotto perché ha un atteggiamento che si radica nel cuore della persona e che la porta a mentire a sé stessa e agli altri: “Infatti i suoi falsi sì, le sue parvenze eleganti, ma ipocrite, e le sue finzioni diventate abitudini, sono come uno spesso muro di gomma, dietro al quale si ripara dai richiami della coscienza”.

La parabola dei due figli

Il Papa ha fatto riferimento al Vangelo di ieri, in cui Gesù racconta la parabola dei due figli. Il primo, che inizialmente promette di andare a lavorare nella vigna del padre, poi non ci va. Il secondo figlio invece, inizialmente si rifiuta di andare, ma poi ci ripensa e ci va. Francesco ha osservato che il problema non è tanto la resistenza ad andare a lavorare nella vigna, ma la sincerità o meno dei due discendenti, perché se uno mente, l’altro sbaglia. “Il primo figlio” – ha spiegato il Pontefice – “non vuole fare la volontà del padre, ma non vuole nemmeno mettersi a discuterne. Così si nasconde dietro a un finto assenso, che nasconde la sua pigrizia. Se la cava senza conflitti, però raggira e delude suo padre, mancandogli di rispetto in un modo peggiore di quanto non avrebbe fatto con uno schietto no”. Per il Santo Padre il problema di un uomo che si comporta così è che non è solo un peccatore, ma un corrotto, perché mente senza problemi per coprire e camuffare la sua disubbidienza. Diverso il caso del secondo figlio che “non è perfetto, ma è sincero. Manifesta in modo schietto e in un certo senso coraggioso la sua riluttanza e agisce alla luce del sole e si mette in discussione, arrivando a capire di avere sbagliato e tornando sui suoi passi. Si potrebbe parlare di un peccatore, ma non di un corrotto”.

Preghiere per l’Ucraina

Nel corso dell’Angelus il Papa ha chiesto nuove preghiere “per la martoriata Ucraina e per tutte le terre ferite dalla guerra”, aggiungendo di seguire personalmente la drammatica situazione degli sfollati in Nagorno-Karabakh: “Rinnovo il mio appello al dialogo tra l’Azerbaigian e l’Armenia auspicando che i colloqui tra le parti con il sostegno della comunità internazionale favoriscano un accordo duraturo che ponga fine alla crisi umanitaria”. Francesco ha anche ricordato che ottobre è il mese del Rosario e delle missioni e per questo ha esortato tutti a sperimentare la bellezza del Rosario “contemplando con Maria i misteri di Cristo e invocando la sua intercessione per le necessità della Chiesa e del mondo”. Ha poi dedicato un pensiero e un incoraggiamento rivolto all’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno.

I bambini di tutto il mondo

Il Papa ha quindi annunciato che nel pomeriggio del 6 novembre nell’Aula Paolo VI incontrerà bambini di tutto il mondo. Lo ha fatto affacciandosi dalla finestra del Palazzo Apostolico con cinque ragazzini in rappresentanza dei cinque continenti. L’evento avrà come tema ‘impariamo dai bambini e dalle bambine’. “Si tratta – ha spiegato il il Santo Padre – di un incontro per manifestare il sogno di tutti: tornare ad avere sentimenti puri come i bambini perché chi è come un bambino appartiene al Regno di Dio. I bambini ci insegnano la limpidezza delle relazioni, l’accoglienza spontanea di chi è forestiero, il rispetto per tutto il creato”. Cari bambini – ha concluso il Vescovo di Roma – vi aspetto per imparare anche io da voi”. L’appuntamento è patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione.

Il Beato don Beotti

Nel corso dell’Angelus Francesco ha ricordato la beatificazione, avvenuta ieri a Piacenza, di don Giuseppe Beotti, “ucciso in odio alla fede nel 1944. Pastore secondo il cuore di Cristo, non esitò a offrire la propria vita per proteggere il gregge a lui affidato. Un applauso al nuovo beato”.

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