Il Papa nel corso del consueto Angelus domenicale ha annunciato che nel pomeriggio del 6 novembre nell’Aula Paolo VI incontrerà bambini di tutto il mondo. Lo ha fatto affacciandosi dalla finestra del Palazzo Apostolico con cinque ragazzini in rappresentanza dei cinque continenti. L’evento avrà come tema ‘impariamo dai bambini e dalle bambine’. “Si tratta – ha spiegato il il Santo Padre – di un incontro per manifestare il sogno di tutti: tornare ad avere sentimenti puri come i bambini perché chi è come un bambino appartiene al Regno di Dio. I bambini ci insegnano la limpidezza delle relazioni, l’accoglienza spontanea di chi è forestiero, il rispetto per tutto il creato”. Cari bambini – ha concluso il Vescovo di Roma – vi aspetto per imparare anche io da voi”. L’appuntamento è patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione.
La storia del beato don Beotti
Nel corso dell’Angelus Francesco ha ricordato la beatificazione, avvenuta ieri a Piacenza, di don Giuseppe Beotti, “ucciso in odio alla fede nel 1944. Pastore secondo il cuore di Cristo, non esitò a offrire la propria vita per proteggere il gregge a lui affidato. Un applauso al nuovo beato”. Durante l’occupazione tedesca, nel 1943, il regime fascista decise la requisizione delle campane per fini bellici. Poiché a Sidolo scoppiarono violenti tumulti, Beotti, pur avendo invitato i parrocchiani a obbedire alle autorità civili, cercò di difendere i loro diritti. Per questo fu sottoposto a un procedimento penale, poi terminato con un nulla di fatto. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, il Servo di Dio diede ospitalità e soccorso a soldati in fuga, prigionieri scappati dai campi, persone perseguitate, tra cui un centinaio di ebrei. Nel 1944 a Pelosa di Bedonia persero la vita 70 soldati tedeschi durante alcuni scontri. Per rappresaglia, i soldati distrussero i paesi vicini facendo rastrellamenti in tutta la zona. Tra il 19 e il 20 luglio giunsero anche a Sidolo. Il Venerabile Servo di Dio decise di rimanere nel paese, trascorrendo la notte in chiesa, in preghiera. Venne arrestato e fucilato il 20 luglio 1944 a Sidolo, frazione di Bardi, insieme a don Francesco Delnevo e al seminarista Italo Subacchi, che si erano rifugiati con lui in chiesa.