Forza Italia, dopo la morte del suo padre-padrone Silvio Berlusconi, deve camminare con le sue gambe. Tradotto in soldoni: tutti i parlamentari azzurri dovranno sostenere economicamente il partito attraverso il pagamento delle quote dovute. Senza se e senza ma. Così ieri il Segretario nazionale di FI Antonio Tajani, a margine della tre giorni forzista che si chiuderà oggi a Paestum, ha mandato un segnale ai naviganti: d’ora in poi bisogna andare avanti con i finanziamenti consentiti dalla legge e non contare più sui fondi a pioggia che di solito l’ex Premier immetteva nel partito, “anche se il sostegno della famiglia Berlusconi, come ha confermato anche il fratello Paolo, non mancherà”. Ma il Vicepremier del governo Meloni è stato ancora più chiaro: “Bisogna rispettare le regole, se uno prende un impegno poi lo deve mantenere. Io sono abituato a pagare la mia quota di sostegno al partito ogni anno. Se uno non è impegnato a sostenere il partito non può avere cariche di partito”. Di certo il convegno in terra salernitana rappresenta la fine dell’epoca legata a Berlusconi. Tajani nel corso del suo intervento ha sottolineato la necessità di unire il partito che deve essere “aperto e contendibile” e non più diviso tra correnti. Insomma, una chiamata all’unità soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo 9 giugno.
Cambiamento dello statuto
Il cambiamento dello statuto (che sarà più democratico) e l’elezione di quattro vicesegretari, previste per oggi, saranno un test importante per il Ministro degli Esteri: “Oggi non c’è più il leader carismatico, ma ci sono dei dirigenti che possono avere o meno il consenso, ed è giusto che chi abbia il consenso all’interno del partito lo possa guidare. A lui o a lei viene affidata la fiducia della base, perché noi rispondiamo alla base”. Insomma, Tajani punta su una gestione collegiale.
All’ombra dei templi di Paestum ieri c’era pure Gilberto Pichetto Fratin, anch’esso convinto che è giunto il momento di una nuova dirigenza di Forza Italia “sul ricordo, ma anche sulla traccia che Silvio Berlusconi ci ha lasciato”. Per il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ci sono tutte le condizioni non solo per continuare nel segno del messaggio che il Cavaliere lanciò nel 1994, “ma anche l’opportunità, in questo momento storico, di svolgere un grande ruolo per l’equilibrio, non solo dell’Italia ma anche dell’Europa”.
Tra europeismo e garantismo liberale
A margine della convention, ha parlato anche colui che l’ha organizzata, il deputato Fulvio Martusciello. Secondo il coordinatore regionale della Campania di Forza Italia l’evento di Paestum ha gettato le basi per scrivere il programma per le elezioni europee: “Questo partito ha dimostrato qui a Paestum che l’entusiasmo e la capacità di mobilitazione è intatta”. E proprio la presenza di tantissimi giovani alla manifestazione è, per il Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, un “chiaro messaggio che l’insegnamento di Berlusconi non è andato disperso. Sta a noi vecchia classe dirigente proseguire in questo percorso, è questo quello che sicuramente fa parte del nostro dovere”. Per il Governatore Forza Italia deve essere un partito aperto e pluralistico che dovrà confermare il proprio dna legato a “europeismo, garantismo liberale con concorrenza, apertura al mercato, centralità nelle scelte internazionali a tutela della pace”. “Il grande convegno di Paestum di Forza Italia è l’incontro dei fatti e del futuro”, le parole del senatore Maurizio Gasparri.
Metsola in collegamento
L’incontro di Paestum ha visto anche la partecipazione, in collegamento, della Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ha elogiato l’operato di Tajani all’interno di Forza Italia: “Sei un punto di riferimento importante nel Ppe”, le sue parole. Ha poi colto l’occasione per un suo parere sul tema dell’immigrazione che deve essere una priorità per l’Ue: “Ma la solidarietà non deve essere solo tra i Paesi del vecchio continente, perché deve riguardare anche i Paesi del Nord Africa”.
Il ponte sullo Stretto
Uno dei temi più dibattuti ieri è stato quello legato al ponte sullo Stretto di Messina. Per Tajani congiungerà il Nord Europa alla Sicilia creando sviluppo in tutto il Paese: “Berlusconi aveva capito la rilevanza strategica del progetto”. Per Schifani è arrivato il momento di dare risposta a quella visione di Paese che Berlusconi aveva, “quella di un Paese che cresce, che compete, in cui prevalga la libertà di movimento, facendo sì che questa opera sia l’orgoglio di tutto il Paese. Sarà la fine dell’Italia a due velocità”. La proposta del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è quella di intitolare il ponte proprio all’ex leader forzista.