“La Cina ha la volontà di collaborare con l’Italia e condivide con noi la preoccupazione per la stabilità del Continente”. Parole, queste, del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani dopo l’incontro, avvenuto a Pechino, con Wang Yi, suo omologo. Per il Vicepremier il bilancio della visita è positivo, dato che ci sarà un rafforzamento del partenariato strategico “che dovrà garantire nuove opportunità per le nostre imprese in tanti settori”. La crescita economica del Belpaese, per Tajani, deve passare tramite l’export (che rappresenta il 40% del Pil) e il mercato cinese “è di certo un’opportunità”. In merito alle parole di Wang Yi, che si è augurato che in futuro le imprese cinesi in Italia non venissero più discriminate, il Ministro ha spiegato che ciò non è mai avvenuto: “Quando è stata utilizzata la formula del Golden Power, la Cina è stata toccata pochissime volte e sempre con grande rispetto e marginalità. Penso non abbiano nulla di cui lamentarsi, rispettiamo chi vuole fare investimenti in Italia: il nostro spirito è di continuare a collaborare con la Cina, che è un grande interlocutore per l’Occidente”. L’Italia, ha aggiunto Tajani, vuole lavorare attivamente per alimentare il dialogo con il Paese asiatico e gli scambi in ambito culturale, economico e scientifico.
Differenza di vedute
Il leader forzista ha ammesso, ovviamente, che ci sono questioni che tengono distanti i due Paesi, come quelle legate ai diritti umani: “La pena di morte per noi non è accettabile, l’ho ribadito nel corso di questo incontro e spero in una moratoria. Posso dire che ho trovato persone disponibili al confronto”. Differenze ci sono anche sulla politica internazionale: “Italia e Cina” – ha spiegato Tajani – “restano su posizioni differenti su questo tema, se pensiamo che noi siamo alleati degli Stati Uniti, ma l’importante è che non manchi il dialogo”.
Pace giusta
Altro tema di discussione, quello legato alla guerra. Il Ministro ha spiegato che è interesse di tutti arrivare alla fine del conflitto che “preoccupa, e non poco, proprio la Cina. E proprio per questo ho chiesto ai dirigenti di questo Paese di convincere Putin a fare marcia indietro. Mi auguro che il viaggio di quest’ultimo proprio qui in Cina possa portare a qualche risultato positivo e contribuire ad arrivare a una pace giusta”.
Accordo sul grano
Tajani si è detto soddisfatto dell’incontro avvenuto tra il leader russo Putin e il Presidente della Turchia Erdogan, con il numero uno del Cremlino che ieri ha aperto a un nuovo accordo sul grano sulla via del Mar Nero (a patto che vengano tolte le sanzioni dell’Occidente all’export dei prodotti russi): “È un piccolo passo verso la pace. La guerra non si concluderà di certo a breve, ma noi non dobbiamo mai rinunciare alla via della diplomazia”. Il Ministro degli Esteri ha poi detto la sua sul caso Ustica e sull’intervista dell’ex premier Giuliano Amato, che ha dato sul caso responsabilità alla Francia: “Se ha informazioni dettagliate, vada dai magistrati che sono coloro che devono accertare la verità”. Di certo la vicenda non sembra piacergli troppo: “Se qualcuno sa qualcosa è inutile aprire un dibattito politico a scoppio ritardato”.