Un duro monito quello del Papa contro la tecnocrazia e una richiesta al mondo della stampa: combattere le fake news. Parole forti quelle del Pontefice che ha approfittato del 14esimo incontro promosso dallʼInternational Catholic Legislators Network per chiedere più vigilanza su internet e sulle piattaforme mediatiche, canali comunicativi dove spesso si possono trovare pratiche, secondo Francesco, disumanizzanti, di matrice tecnocratica. Come “la diffusione deliberata di notizie false, le fake news, il fomentare atteggiamenti di odio e divisione, la propaganda ʼpartitisticaʼ, la riduzione delle relazioni umane ad algoritmi, per non parlare del favorire falsi sensi di appartenenza, specie tra i giovani, che possono portare allʼisolamento e alla solitudine”. Insomma, bisogna fare attenzione, ha specificato il Santo Padre, allʼuso distorto degli incontri virtuali che possono e devono essere superati solo da una cultura dellʼincontro autentico, “che implica un appello radicale al rispetto e allʼascolto reciproco, pure nei confronti di chi ha opinioni fortemente divergenti dalle proprie”. Sembra quasi di leggere il pensiero del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che proprio due giorni fa, ospite al Meeting di Rimini, ha rivendicato la necessità di una chiusura allʼodio a favore di vere e proprie aperture verso gli ʼaltriʼ, in nome dellʼamicizia da dove tutto nasce.
Il Pontefice ʼgiornalistaʼ
Ieri inoltre il Vescovo di Roma è stato insignito del premio ʼÈ Giornalismo 2023ʼ per ʼil suo coraggio di parlare e scrivere di paceʼ. Ricevendo a Palazzo Apostolico una delegazione della giuria, ha colto lʼoccasione per un appello ai cronisti che hanno due compiti ben precisi. Il primo è quello di essere promotori di una comunicazione costruttiva, “che favorisca la cultura dellʼincontro e non dello scontro; la cultura della pace e non della guerra; la cultura dellʼapertura verso lʼaltro e non del pregiudizio”. Il secondo obiettivo dei reporter, ha rimarcato il Papa, è invece combattere i quattro peccati del giornalismo: la disinformazione (“quando non informa o informa male”), la calunnia (“si utilizza tante volte”), la diffamazione (“che distrugge”) e la coprofilia (“lʼamore per lo scandalo, per le sporcizie”). Francesco ha poi auspicato che si possa tornare quanto prima a coltivare sempre più il principio di realtà, ossia “la realtà dei fatti, il dinamismo dei fatti; che mai sono immobili e sempre si evolvono, verso il bene o verso il male, per non correre il rischio che la società dell’informazione si trasformi nella società della disinformazione”. Per il Pontefice, insomma, l’emergenza attuale, che vede nella guerra in Ucraina la sua punta dellʼiceberg, impone che il giornalismo compia un salto di qualità senza farsi trascinare dalla cultura dellʼodio.