domenica, 8 Settembre, 2024
Società

La Pubblica amministrazione spende oltre 2 miliardi per piattaforme digitali

Educazione e sanità gli ambiti più digitalizzati. Cybersecurity “rafforzata”

Nel periodo 2022-2024, è avviato e continua “un trend ancora in crescita” della spesa in tecnologie della comunicazione e dell’informazione da parte della Pubblica Amministrazione. 470 milioni per l’”Ecucation” e quasi 900 milioni per la Sanità. La pandemia ha influito nel rallentare gli investimenti, ma la spesa ha ripreso nell’ultimo periodo. Nel 2021 c’è stato un aumento significativo oltre il 10%, rispetto all’anno precedente e la maggior parte dei progetti si è focalizzata sull’attuazione degli obiettivi dal Piano Triennale per l’Informatica della PA; in particolare sull’evoluzione dei sevizi al cittadino in ottica digital e mobile first. La componente Education segna un aumento del 17,5% e un valore pari a 470 milioni di euro per la digitalizzazione della didattica attraverso sistemi di videoconferenza, oltre che di strumenti per la gestione della relazione docenti-allievi-genitori, come ad esempio il registro elettronico. 

Supporto allo smart working

Sono alcuni dati tratti dai report dell’Agenzia per l’Italia Digitale riguardo la spesa in Ict nella Pubblica Amministrazione e nella Sanità; indagini che supportano l’aggiornamento 2023 del Piano triennale per l’informativca nel serivio pubblico. L’obiettivo dei due report consiste nell’individuare gli aspetti e i comportamenti caratteristici delle amministrazioni pubbliche che maggiormente caratterizzano la spesa italiana in Ict, in modo da poter evidenziare le principali direttrici per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e del servizio sanitario nazionale. La rilevazione della spesa Ict 2022, giunta alla sua quinta edizione, ha coinvolto un cluster di 77 amministrazioni centrali, regionali e localiintercettando oltre il 90% della spesa Ict della PA. Generalmente, nel periodo 2022-2024, si nota un trend ancora in crescita della spesa Ict della PA (+5,2%), motivato in misura decrescente dalla risposta alla pandemia, i cui effetti risultano infatti ormai residuali, e in misura crescente, soprattutto nei valori previsionali, dall’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Una quota rilevante di enti pubblici si è concentrata sul rinnovo di reti e infrastrutture, per supportare lo smart workingche nel 2021 è stata ancora la modalità di lavoro prevalentemente adottata. A questi seguono per numero di progetti e spesa,l’evoluzione delle banche dati e della reportistica e i progetti di rinnovo del data center e transizione verso il cloud.

Spese più alte per piattaforme digitali

Le spese più consistenti si registrano, tra il 2021 e 2023, per le “piattaforme digitali” con una cifra superiore a 2,2 miliardi di euro e 279 interventi. Piattaforme il cui scopo dichiarato è quello di“supportare la razionalizzazione dei processi di back-office o di front-end della PA e creare servizi digitali più semplici e omogenei.” Poi c’è lo “sviluppo delle Infrastrutture”, al fine di renderle affidabili, sicure e garantire l’erogazione di servizi essenziali. “Rispetto alle scorse rilevazioni”, si legge nei report,“si evidenzia un aumento della percentuale di amministrazioni appartenenti ai cluster degli Advanced e dei Digital leader.” I report, infine, mostrano quali saranno i principali ambiti di investimento che sosterranno la crescita nei prossimi anni: si va dalla cybersecurity, da rafforzare in tutti i comparti della PA per contrastare l’incremento degli attacchi che, soprattutto negli ultimi anni, hanno preso di mira enti pubblici e aziende sanitarie, alla migrazione verso il cloud che riguarderà gli enti della Pubblica Amministrazione che dovranno attuare la Strategia Cloud Nazionale. Dalle piattaforme dati, il cui sviluppo supporterà l’evoluzione verso un modello di “government data driven”, all’evoluzione dei servizi on line a cittadini e imprese e dei sistemi di autenticazione e dei pagamenti on line.

Sanità, non ancora ottimale

Riguardo il Sistema sanitario, il primo dato che emerge dal report è che lo stato attuale della spesa Ict nella sanità pubblica è “ancora distante da una situazione ottimale, per cui saranno necessari nei prossimi anni ulteriori sforzi e investimenti al fine di garantire uno sviluppo tecnologico in linea con gli obiettivi.” Il panorama risulta, tuttavia, estremamente variegato, e non mancano casi di eccellenza e di vivacità progettuale accanto a situazioni ancora arretrate. Su un campione di 168 enti la spesa rilevata risulta pari a 808 milioni di euro, con una dinamica in crescita rispetto all’anno precedente del 5,5%. Per quanto concerne le tipologie di progetti Ict, anche qui si registra una forte focalizzazione sulla Cybersecurity con l’avvio di numerose iniziative in particolare nel 2023. Il Report evidenzia inoltre la progettazione di infrastrutture abilitanti i servizi di assistenza e monitoraggio a distanza, come la telemedicina e la “Cartella Clinica Elettronica”. Ambiti che“registrano un’accelerazione rispetto al passato”. Da sottolineare, tuttavia, la sottolineatura del report riguardo “le progettualità in essere e prospettiche che si focalizzano principalmente sull’aggiornamento dell’esistente, mentre ancora limitati sono gli investimenti verso l’introduzione di soluzioni digitali che puntino su tecnologie innovative data-driven, seppur si assista a un incremento previsto per il 2023.”

 

 

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