Sono il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini e il titolare degli Esteri Antonio Tajani (i due Vicepremier) i protagonisti della mattinata al Meeting di Rimini. Insomma, due pezzi da novanta del governo Meloni. L’esponente della Lega appare più carico che mai, promettendo entro un anno la prima pietra del Ponte sullo Stretto: “Metto tutto me stesso, con riunioni spesso quotidiane, anche nel mese di agosto, affinché i cantieri l’anno prossimo, di questi tempi, siano aperti”. Salvini ricorda che sono trascorsi 52 anni da quando una società si era presa in carico la costruzione (“è il ponte al mondo più studiato senza essere costruito”) e che il progetto prevede un’opera green: “Il ponte è a campata unica di 3,3 km non ha tralicci in acqua. Sarà l’occasione per dimostrare che gli ingegneri italiani sono i migliori al mondo”. Salvini si sofferma anche sulla prossima manovra finanziaria, chiarendo che le priorità sono aumentare stipendi e pensioni, “grazie a quanto si riuscirà a ricavare risparmiando per esempio sul reddito di cittadinanza per chi non ne ha diritto e confermando il prelievo sui guadagni milionari delle banche”.
Correttivi al Patto
Grande attesa anche per lʼaltro Vicepremier, Antonio Tajani, che tratta il tema legato al Patto di stabilita: “È troppo rigorista e abbiamo visto i danni che fa la politica rigorista della Bce, che ha fatto aumentare i tassi d’interesse ovunque. Dobbiamo impedire che anche il Patto di stabilità e crescita diventi un Patto che porti alla recessione e al blocco dellʼeconomia europea”. Insomma, per il numero uno di Forza Italia “occorre ancora qualche correttivo per permettere a Paesi come lʼItalia di poter non essere aggravati nel rapporto deficit/Pil da spese che non sono volute dal governo o dallo Stato, ma sono spese come quelle che stiamo sostenendo per difendere l’indipendenza dell’Ucraina che andrebbero escluse, come forse anche quelle del Pnrr”. In merito alla Legge di Bilancio, Tajani conferma la linea che vuole seguire lʼesecutivo: taglio del cuneo fiscale, abbattimento delle tasse sugli stipendi dei dipendenti, detassando tredicesime, straordinari e premi di produzione.