domenica, 7 Luglio, 2024
Attualità

Ma in democrazia si pensa ciò che si scrive?

Ho aspettato un attimo a buttare giù questa breve riflessione. Sin dal primo momento ho pensato sempre a mio nonno, classe 1920. Militare di carriera. E ho ricordato tanti Militari di quell’epoca in cui siamo stati formati. Che bei ricordi, di persone solide e complete. Capaci di fermarsi e riflettere. Il valore del silenzio.
Poi la goccia che nella mia mente fa traboccare il vaso me la dà l’amico e collega Donzelli. Ottimo comunicatore, dall’opposizione! Ma al Governo va cambiato spartito. E pure qualche orchestrale… Donzelli “In democrazia si scrive ciò che si pensa”. Non v’è dubbio che Donzelli abbia ragione. D’altronde perché meravigliarsi. Esiste una destra libertaria e liberista tout court. Ma attenzione, la libertà è un diritto ma pure un dovere a rispettare quella degli altri e a esercitarla nel rispetto e nella comunità. Non è un io. Ma un noi. In cui ciascuno come persona ha diritto allo sviluppo integrale della propria personalità attraverso l’elaborazione libera del pensiero e la condivisione.

Io penso che troppe volte non si pensa a quello che si scrive. Questa è la questione.

Mi fermo qui: non voglio cadere nella trappola del “chi giudica chi dice fesserie”. Non credo che la “libertà di dire fesserie” sia una cosa che onori la comunità e la persona che se ne fa interprete. E allora il punto qual è, se accettiamo l’idea che il generale abbia ragione ab sustantiam?

Che esistono i modi e i tempi della comunicazione che sono saltati completamente. Il Generale ha una divisa da onorare. Che rappresenta i valori della Repubblica e della Costituzione che difende l’espressione delle sue idee. Ma non ci siamo né per modalità, né sui tempi. Era il caso uscire con un libro “Politico”, durante gli anni di servizio? Molte idee del Generale sono più che condivisibili. Ma farne un libro autoprodotto non è un atto di esibizionismo? Le idee in politica come nelle chat si possono esprimere ma si capisce subito se fanno parte di un pensiero ricco e articolato o sono parole al vento. Nonno Ferdinando e Nonno Arcangelo dicevano che un Militare non può e non deve fare Politica. E lo dicevano negli anni 60, 70 e 80 con una cronaca durissima e riferimenti manifesti anche al Militare pensionato o dimesso… Oggi basterebbe pensare che un Militare non debba più essere in servizio, no? Perché esiste pure con tanta dignità e storia una destra liberale che riconosce lo Stato garante e si batte per la difesa delle Istituzioni. E il nonno diceva pure che c’è una ricetta per campare cent’anni. Ma io l’ho dimenticata.

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