Dopo la tripla intervista del Presidente Meloni arrivano le multiple puntualizzazioni dal vice presidente Tajani. Niente di drammatico, precisa il leader di Forza Italia in una serie di interviste a quotidiani, radio e televisioni nazionali, ma “l’unanimismo” non piace alla parte più liberale del Governo. Resta fermo il principio che “lo Stato deve stabilire le regole, ma non deve essere interventista.” Riferimento chiaro alla tassa sugli extraprofitti delle banche che la Presidente del Consiglio si è attribuita unicamente a se stessa, mentre proprio Tajani, a botta calda, aveva detto “mai più una cosa del genere in Consiglio dei ministri”, confermando che la decisione era arrivata sul tavolo all’insaputa dei più, anche se è poi passata con voto unanime.
Governo coeso, rafforzare l’alleanza
E’ lo stesso vicepremier che, comunque, spegne i tizzoni sotto la cenere e chiarisce che “un dibattito serio sui contenuti può solo rafforzare l’alleanza e non mette in crisi la coesione”. Per la tassa extraprofitti: “chiediamo di escludere dalla tassazione quelle banche che non sono sotto il controllo della Bce. Sono i piccoli istituti.” E poi, “ci impegneremo perché la tassazione sia fiscalmente deducibile”. Infine, come già ripetuto appena uscito dal Consiglio dei ministri, “deve essere una misura una tantum”. Intanto annuncia di aver già definito una serie di emendamenti e per settembre Forza Italia aprirà un tavolo specifico con i rappresentanti delle banche.
Rispettare le identità politiche
Un rimando a settembre, previsto da tutti come inizio di un autunno caldo.
Lo sarà di sicuro, un autunno caldo, almeno secondo i meteorologi. Per quanto riguarda la politica, invece, potrebbe anche non esserlo, come ha anche confermato la premier su eventuali rimpasti di Governo: “è solo gossip”.
La vicenda della tassa sugli extraprofitti, dice Tajani, “non ha a che fare con la stabilità del governo” perché “su moltissimi temi siamo in sintonia”: dal salario minimo alla volontà di ridurre la pressione fiscale, a partire dal rendere stabile il taglio del 7% del cuneo fiscale. “Vogliamo un maggior coinvolgimento”. “Noi starno alleati”, spiega il vicepremier azzurro, “ma ciascuno di noi ha la sua identità politica.”
Liberali e popolari in Italia e in Europa
Quanto alla politica, interna e europea, il segretario Tajani è stato chiaro e mutuando da Franco Battiato, ha detto che Forza Italia “vuole essere il centro di gravità permanente della coalizione” che punterà sempre più a rappresentare il Centrosud e sarà l’anima popolare del Governo. “Non siamo in competizione con gli alleati”. “Silvio Berlusconi è stato la nostra guida. Ora la nostra guida deve essere una volta di più il pensiero liberale.” Quanto alle alleanze in vista delle Europee del 2024, il leader forzista, e ministro degli esteri, è netto: “non è questione di veti, ma di realtà. Noi, in quanto partito del Ppe, non potremmo mai accettare un’intesa con partiti anti-europeisti come quello di Le Pen o l’AfD”. Da politico di lungo corso a Bruxelles; Tajani è stato vicepresidente del Partito popolare europeo, commissario europeo per i trasporti, e per l’industria, vicepresidente e poi Presidente del Parlamento Europeo, avverte che “bisogna conoscere bene la politica europea per parlarne”. “In Europa”, spiega, “non valgono le logiche italiane” e “non siamo io, Meloni e Salvini a decidere”, in Europa non valgono “le logiche italiane”. Se dovesse scegliere tra Le Pen e Macron, risponde secco Tajani, Macron: “per la visione dell’Europa”. E ricorda che quando divenne Presidente del Parlamento europeo, sconfisse i socialisti, ma senza il voto di Salvini. A buon intenditor.