Un Angelus, quello di oggi, che il Papa dedica a Maria assunta in cielo. E a lei Francesco affida la sua supplica per la pace in Ucraina e in tutte le regioni lacerate dalla guerra: “Sono tante, purtroppo”, dice il Papa dal Palazzo Apostolico – “e il frastuono delle armi copre i tentativi di dialogo”.
Il Pontefice dice che nonostante il diritto della forza stia prevalendo sulla forza del diritto, non bisogna lasciarsi scoraggiare: “Continuiamo a sperare e a pregare, perché Dio, che guida la Storia, ci ascolti”, le sue parole echeggianti in piazza San Pietro.
Aiutare costa
In una Roma oggi particolarmente afosa, il Santo Padre si sofferma su uno dei punti fermi della Chiesa, ossia il volontariato, che “io ammiro molto, perché sappiamo bene che aiutare costa a tutti noi”. Prendersi cura degli altri, spiega il Vescovo di Roma, comporta fatica, pazienza e anche preoccupazioni: “Pensiamo, a esempio, ai chilometri che tanti percorrono ogni giorno per andare e tornare dal lavoro e svolgere molte mansioni a favore del prossimo; pensiamo ai sacrifici di tempo e di sonno per accudire un neonato o un anziano; e all’impegno nel servire chi non ha da ricambiare, nella Chiesa come nel volontariato”. Fondamentale, per il Papa, “abbassarsi per servire i fratelli” perché solo così “andiamo in alto, visto che è l’amore a elevare la vita”.