Sono 5 punti strategici per l’accoglienza, la presa in carico e l’assistenza delle persone anziane con problemi di salute.
È la Roadmap per migliorare la vita e l’assistenza in Europa proposta dall’Oms. Per l’Organizzazione mondiale della sanità è necessario “implementazione delle Direzioni strategiche globali per l’Infermieristica e l’ostetricia”. Il tutto collegato ad una radicale ridefinizione economica e di ruolo di chi svolge assistenza, ad iniziare dagli infermieri. Servono quindi remunerazioni alte, una nuova considerazione professionale, possibilità di fare carriera e migliorare la sicurezza degli operatori sanitari.
Finanziare lavori “attraenti”
I punti del progetto che riguardano anche gli operatori italiani puntano a rafforzare i programmi di formazione e i tirocini, adeguare le misure normative per garantire l’eccellenza della formazione infermieristica e ostetrica e promuovere l’accesso alle opportunità di sviluppo professionale continuo. Come ə necessario ottimizzare la pratica infermieristica e ostetrica per consentire a infermieri e ostetriche di esercitare in ambienti sicuri e che offrono tutto il loro sostegno, e promuovere i loro ruoli rivalutati all’interno di team sanitari interprofessionali multidisciplinari.
Carriere con percorsi chiari
Sarà necessario creare e finanziare posti di lavoro attraenti per aumentare la disponibilità, la distribuzione e il mantenimento degli infermieri nel rispetto dei principi del Codice deontologico globale dell’Oms sul reclutamento internazionale del personale sanitario. Bisognerà costruire le capacità degli infermieri e delle ostetriche ai livelli superiori e offrire chiari percorsi di avanzamento di carriera.
Oms, agire con urgenza
L’iniziativa scaturisce da previsioni che indicano una crescita di richiesta di assistenza per gli anziani che hanno cronicizzato le malattie. Si tratta di a assistenza a lungo termine il “Long Term Care”: “È necessario agire con urgenza. Il rapido invecchiamento della popolazione nei Paesi Ocse”, spiega il documento dell’Oms, fatto proprio dalla Federazione nazionale delle degli infermieri professionali, Fnopi, “aumenterà notevolmente la domanda di lavoratori nei servizi di assistenza a lungo termine. Per soddisfare questa domanda di assistenza, la quota di lavoratori Ltc nell’occupazione totale dovrà aumentare di circa il 30% nel prossimo decennio. Ma sempre meno lavoratori sono disponibili e disposti a occupare questi posti di lavoro, spesso sottopagati, in condizioni di lavoro difficili, e nel complesso non ben riconosciuti dalle società”.
Studi su anziani e malattie
L’allarme Ocse è in riferimento a chi assiste gli anziani soprattutto se con gravi limitazioni nelle attività della vita quotidiana.
A lanciarlo ci pensa il rapporto “Beyond Applause? Improving Working Conditions in Long-Term Care”. Il rapporto che descrive le condizioni di lavoro di chi opera nelle Ltc difficili, con salari bassi e poco riconoscimento sociale nonostante quegli applausi dai balconi e nonostante il fatto che l’offerta di Ltc e le condizioni di lavoro fossero in cima alle preoccupazioni degli osservatori.
Una professione difficile
La parte sanitaria e comunque un terzo di chi si occupa dell’assistenza Ltc sono infermieri, che, assieme agli altri operatori delle Ltc devono affrontare condizioni di lavoro molto difficili. “La tensione fisica e psicologica e gli orari di lavoro gravosi”, spiega lo studio, “come i turni di notte e di fine settimana, sottolinea il Rapporto, fanno parte dei principali svantaggi dell’ambiente di lavoro nelle LTC. Di conseguenza, infermieri e personale di assistenza sono più spesso assenti dal lavoro rispetto ad altri dipendenti a causa di problemi di salute legati al lavoro.
I rischi per gli addetti
Circa i tre quarti degli infermieri e degli addetti alla cura personale sono esposti a rischi per la loro salute fisica, rispetto al 59% di tutti i dipendenti. I principali rischi per la salute a cui sono esposti gli operatori sanitari sono il sollevamento di persone e l’assistenza mentre sono piegati, con conseguenti problemi muscolo-scheletrici. Anche l’abuso da parte dei destinatari delle cure e l’esposizione a malattie infettive come Covid-19 possono essere fattori di rischio importanti.
“Circa due terzi degli infermieri e degli operatori di assistenza personale”, di calcola nel rapporto, “sono esposti a rischi per la loro salute mentale, rispetto al 43% di tutti i dipendenti. I principali rischi per la salute mentale a cui sono esposti gli operatori sanitari sono un carico di lavoro e una pressione temporale elevati e destinatari di cure difficili”.
Incentivare stipendi e ruoli
E nelle Ltc si guadagna meno che negli altri setting assistenziali: i salari degli infermieri sono più bassi che negli ospedali di circa l’11 per cento. Cosa serve? Secondo il Rapporto Ocse tra le altre soluzioni è necessario il rafforzamento della formazione, che, in particolare per chi fornisce assistenza domiciliare, deve essere migliorata, ad esempio mediante una formazione iniziale sul l’assistenza agli anziani con limitazioni fisiche e mentali comuni, integrata da alcuni corsi continui adattati alle esigenze dei destinatari del l’assistenza. “Per gli infermieri, in molti paesi è richiesta una maggiore attenzione alle cure geriatriche nei loro programmi di studio.
In generale”, per l’Ocse inoltre, “serve una svolta che ha sintetizzato in una parola “Rispetto” che oltre al significato letterale è anche declinate per le sue iniziali dove R sta per “Riconoscere” ovvero “sia economicamente che socialmente, gli operatori delle Ltc; E sta per “Enforce”, ovvero “Imporre regole più cogenti per disciplinare il settore”; S sta per “Sustainabily”, “Sostenere finanziariamente il settore”; P sta per “Pay”, ovvero “Pagare stipendi migliori”; la seconda E sta per “Equipe”, “ Dotare gli operatori delle nuove tecnologie”; C sta per “Collective”, la “Contrattazione collettiva per instaurare migliori condizioni di lavoro” e T sta per “Train”, ovvero “Formazione per fidelizzare i lavoratori delle Ltc”.
Politiche di assistenza
Poi, è necessario un cambiamento nelle politiche generali di assistenza. Ad esempio, si indicava bel rapporto Ocse, “gli infermieri spesso svolgono lavori per i quali sono troppo qualificati, e solo un terzo dei paesi consente la delega di compiti da medici ad infermieri, e da infermieri a personale di assistenza”.