A 5 anni dalla tragedia del ponte Morandi, ieri Genova ha ricordato le 43 vittime di un crollo che certamente si sarebbe potuto, e dovuto, evitare. Un dramma, quello avvenuto alla vigilia di Ferragosto 2018, testimonianza di come incuria e sciatteria messe insieme possano provocare avvenimenti apocalittici. Come questo, appunto, che potrebbe vedere il suo epilogo, in termini di responsabilità, nel 2024, quando ci sarà la sentenza del processo in atto. Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieriha chiesto che venga fatta piena luce su una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile. “Il trascorrere del tempo” – le parole del Capo dello Stato – “non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando l’iter
Verità da far emergere
Ha rinnovato le scuse dello Stato ai parenti delle vittime, con l’auspicio che la verità possa emergere con tutta la sua chiarezza, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni secondo la quale a oggi sono tante le domande rimaste ancora senza risposte: “La rabbia, il dolore, la sete di giustizia dei familiari delle vittime sono sentimenti sacrosanti e che meritano tutto il nostro rispetto”. E su questo tema è intervenuta Egle Possetti, il Presidente del comitato ‘Ricordo vittime Ponte Morandi’ che ha chiesto alla pubblica opinione di non dimenticarsi di quanto accaduto 5 anni fa, anche in previsione delle prossime sentenze: “Dopo il frastuono tremendo, le urla, le sirene, le lacrime, i proclami, a poco a poco tutto sta scivolando nella nebbia”, la sua paura.
I pericoli dall’incuria
In un passaggio del suo messaggio inviato in occasione dell’anniversario, il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricordato che il dolore di Genova, insieme al dolore di tutti i luoghi dell’Italia colpiti da disastri ambientali o infrastrutturali, “deve essere motivo per non sottovalutare i segnali di allarme che provengono dai cambiamenti climatici in atto, dalle sempre più frequenti calamità
Il ricordo delle vittime
La commemorazione per le 43 vittime si è tenuta ieri mattina nella Radura della Memoria, sotto il nuovo Ponte Genova San Giorgio. Presente, tra gli altri, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, che ha deposto una corona di fiori in rappresentanza del governo: “Il crollo del ponte è una delle più grandi tragedie della nostra storia recente: 43 vittime, centinaia di sfollati, una comunità atterrita”, le parole del Vicepremier che ha come obiettivo quello di equiparare le vittime dell’incuria alle vittime del terrorismo, anche retroattivamente: “Noi piangiamo 43 vittime, non della sfortuna, non del caso, non del cambiamento climatico, ma della avidità dell’uomo. E io conto che di questa avidità qualcuno paghi il conto in onore e memoria di queste persone”. In serata la Regione Liguria ha ricordato le 43 vittime con la proiezione dei nomi sul maxischermo sulla facciata di Piazza De Ferrari a Genova.