sabato, 23 Novembre, 2024
Economia

Tasse al 40% sugli extraprofitti, la scelta del Governo scuote le banche

Il day after dopo la tassazione tra crolli dei titoli e consensi

La Borsa di Milano apre in calo con il Ftse Mib che cede lo 0,5% a 28.388 punti per il crollo dei titoli bancari che perdono dal 2 a oltre il 10 per cento. Comincia a scossoni il day after dopo la decisione del
Governo di mettere una tassa sugli extraprofitti bancari sui bilanci 2022 e 2023. Tasse che potrebbe valere miliardi di euro. La decisione, a sorpresa, è stata inserita nel Decreto Asset varato dal Consiglio dei
ministri ieri sera. Il prelievo è fissato al 40% e scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 eccede per almeno il 3% il valore dell’esercizio 2021. Percentuale che sale al 6% confrontando il 2023 col 2022. L’imposta straordinaria dovrà essere versata entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2024. La nuova tassa non potrà comunque
superare il 25% del patrimonio netto. L’imposta straordinaria, inoltre, non è deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive.

L’iniziativa del Governo

E’ la risposta dell’esecutivo Meloni alle continue alzate di tassi da parte della Bce che hanno finito per gravare, soprattutto, le famiglie con mutui. Con l’ultimo incremento di 25 punti base, a giugno, è stato stimato un aumento del 60 per cento il costo di una rata di un mutuo a tasso variabile di complessivi 126mila euro, in 25 anni. Un salasso per le famiglie che va fermato. Lo ha ribadito, stamattina, anche il ministro Tajani, intervistato dal Corriere della Sera, “non è una misura contro le banche”, ha spiegato,
“ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficolta per il pagamento dei mutui. La misura dura soltanto un anno.”

I banchieri riflettono

Vedremo la reazione delle banche che con il presidente di Abi, Antonio Patuelli, di fronte a questa ipotesi, aveva dichiarato che “gli extraprofitti per le banche non esistono”. Per Patuelli, “le banche sono
imprese. Ma sono le sole che devono salvare le concorrenti che vanno male. Unico caso tra tutti i settori. Se quando vanno male gli azionisti, che sono milioni, ne sopportano l’onere, perché mai quando vanno bene dovrebbero configurarsi gli extraprofitti, un concetto che non esiste.” Mentre l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, si era detto disponibile a pagare un contributo, definito “giusto e comprensibile”.
Si pensi che, tra le banche, Intesa Sanpaolo, da sola, ha archiviato il secondo trimestre del 2023 con interessi netti, ossia il differenziale tra oneri sui prestiti e remunerazione dei conti e dei depositi, pari a 3 miliardi e mezzo, dato in crescita del 71,3% rispetto al secondo trimestre del 2022. Unicredit, per lo stesso periodo, aveva annunciato un dato analogo, con un incremento del 41,3%. In entrambe le banche gli utili nel secondo trimestre oltrepassano abbondantemene i 2 miliardi di euro.

Tassa per aiutare chi ha mutui

Durante la conferenza stampa seguita al CdM, il vicepremier Matteo Salvini ha mostrato soddisfazione e anche i muscoli: “l’innalzamento dei tassi della Bce ha portato ad un innalzamento del costo del denaro per
famiglie e imprese. Non c’è stato però un aumento per i consumatori altrettanto importante e quindi, in questo gap si verrà a contare un 40% di prelievo dagli extraprofitti multimiliardari delle banche”. In
effetti la sorpresa non è tanto una sopresa perché proprio qualche giorno fa, lo stesso Salvini, aveva dichiarato esplicitamente che col ministro Giorgetti “stava lavorando per allungare le rate di chi ha un mutuo a tasso variabile”. Ed ecco fatto.

Chi è a favore

Un provvedimento, che ha già raccolto il plauso di Unimpresa, e che dovrebbe trovare facili sponde anche dalle opposizioni perché tutti gli introiti, come annunciato dal vicepremier, andranno a due voci di spesa
ben precise, quasi una tassa di scopo: “aiuto ai mutui prima casa, sottoscritti in tempi diversi da quelli attuali” e “taglio del cuneo fiscale”. Qualcosa che fa il paio, quasi perfetto, con la mozione appena
presentata alla Camera dall’ex ministro Orlando, del Partito democratico, che prevede “un contributo di solidarietà delle banche che hanno fatto extraprofitti record con l’aumento dei tassi Bce, per sostenere famiglie e imprese colpite dagli aumenti rilevanti dei tassi sui mutui”. Orlando voleva impeganre il Governo, che però adesso si è già impegnato.

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