Dopo l’esternazione del presidente del consiglio Giorgia Meloni con il “basta con la sindrome di Calimero” alla presentazione a villa Pamphili, delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Il problema resta come mettere in pratica il pressing del premier che sollecita di “Credere in noi stessi, credere nella nostra capacità di sognare ancora in grande, di pensare in grande, di essere grandi, io credo sia la più potente riforma economica che possiamo fare”. L’Italia protagonista La lotta contro il tempo e forse contro tutti: burocrazia, divisioni politiche, accordi tra Governo e imprese, perché in tempi rapidi l’Italia sarà protagonista in appuntamenti che non potrà mancare: il 2024 sarà l’anno del G7, nel 2025 il Giubileo, nel 2026 le Olimpiadi, e ricorda Meloni: “abbiamo candidato Roma all’Expo del 2030”. Giorgia Meloni ricorda che non è la prima volta che il Paese affronta grandi sfide come queste; dai mondiali di calcio, a altre quattro olimpiadi organizzate nel nostro Paese, all’Expo di Milano e quelle del 2026, queste “saranno le olimpiadi della specificità del territorio”, “della sostenibilità e delle donne”. Se gli impegni sono al fare presto, la realtà per ora racconta che i problemi vanno nella direzione opposta.
Gara dall’Appalto deserta
Il primo e nuovo allarme arriva dalla vicenda della pista da bob per la quale la gara d’appalto è andata deserta. Si è perso tempo per decidere se farla o non farla e adesso non si sa chi la farà. Alla gara per l’affidamento dei lavori per oltre 80 milioni di euro, infatti, non si è presentato nessuno, ma Simico, (Infrastrutture Milano Cortina), grazie anche al nuovo Codice degli Appalti voluto dal ministro Salvini, ha già annunciato che si procederà con procedura negoziata. Abodi “relativamente” fiducioso Il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi è tranquillo e “relativamente fiducioso”. “Quando si organizza qualcosa di così complesso”, spiega, “la preoccupazione ci accompagna giorno e notte, perché per senso di responsabilità bisogna tenere alto il livello delle sensibilità”. Per il ministro dello sport, la mancanza di offerte “fa parte dei rischi di un mercato saturo” perché “in questo momento ci sono tante opere e tanti cantieri”. Gli fa eco il sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi: “è già successo recentemente che un bando per il parcheggio andasse deserto ma lo abbiamo rimodulato, ed è stato assegnato”.
Ora tempi contingentati
Ora i tempi di costruzione della pista e altri impianti dovranno essere “contingentati” evidenzia il commissario amministratore di Simico, la Società Infrastrutture Milano-Cortina, l’ingegnere Luigivalerio Sant’Andrea. E già si vocifera che per la pista da bob ai negoziati potrebbero partecipare le quattro imprese che avevano già inviato i loro tecnici a fare il sopralluogo, ma resta il tema del restringimento dei tempi: la consegna è per fine 2025.
Piano anti infiltrazioni criminali
Oltre agli impianti servono le persone e in Prefettura a Belluno, intanto, è stato sottoscritto un nuovo protocollo per il lavoro. Portato avanti e firmato dalle rispettive categorie edili di Cgil-Cisl e Uil si spinge per una più forte collaborazione con Spisal e l’Ispettorato del lavoro. “Le grandi opere”, dicono i sindacati, “muovono grandi finanziamenti e la loro gestione è molto complessa”. Poi, come è stato per l’Expo di Milano o il Passante di Mestre, c’è di mezzo anche “la fretta” di arrivare alle date stabilite e, si sa, “la fretta è cattiva consigliera, specie nella gestione del personale” oltre che per il controllo economico-finanziario o, addirittura, per la corruzione e le infiltrazioni criminali. “La scommessa”, secondo il segretario di Filca Belluno è “quella di garantire la massima rapidità nella traduzione e nell’implementazione del protocollo.”
Piste, ambientalisti e confini
Di lato alla pista rinfocolano anche le polemiche sulla riapertura dell’impianto che, secondo gli ambientalisti, non vale la pena per la spesa e per il rischio di diventare una cattedrale nel deserto. E anche perché si potrebbero spostare le gare di bob, slittino e skeleton a Innsbruck, in Austria. Ma altri rispondono che non sarebbero olimpiadi italiane se gli impianti sono all’estero. Luigi Valerio Sant’Andrea ha più volte spiegato che la strada di Innsbruck non è percorribile perché anche quella pista ha bisogno di importanti interventi di ristrutturazione e ammodernamento. Si è dato un’occhio anche agli impianti di Koenigssee in Germania, e Cesana in Piemonte, ma sono lontani e non immediatamente utilizzabili. La vecchia pista cortinese verrà smantellata, l’area bonificata, e poi verranno realizzati il tracciato e le opere connesse, compreso interventi di ecosostenibilità e di mitigazione dell’impatto ambientale e paesaggistico.
Miliardi e posti di lavoro
Mentre l’impatto economico stimato sulla produzione è di 8 miliardi, quattro miliardi e mezzo di Pil, sono previsti 60mila nuovi occupati, indotto compreso. Solo per la pista di bob si investono 81,6 milioni di euro subappaltabili fino al 50%. Il tempo stringe, i costi potrebbero lievitare: saranno una trentina di mesi a perdifiato, ma il contratto d’appalto della pista, come tutti gli altri, prevedono il “premio di accelerazione” per l’appaltatore al quale si chiede, come sempre, “urgenza” e “celerità”.