domenica, 22 Dicembre, 2024
Geopolitica

La sicurezza di Kyiv è nell’Alleanza Atlantica. Ucraina ed Europa saranno più forti se staranno insieme

I legami più stretti con i 31 Paesi alleati, le prospettive di un ingresso pieno di Kyiv nella Nato, l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea e il comportamento dell’Italia nei confronti dell’aggressione russa sono i temi
che l’Ambasciatore ucraino a Roma S.E. Yaroslav Melnyk affronta in questa conversazione con La Discussione

Come giudica le decisioni adottate a Vilnius dalla Nato che rafforzano il sostegno all’Ucraina e di fatto mirano ad armonizzare le forze armate di Kyiv col dispositivo militare dei 31 Paesi dell’Alleanza atlantica?

Oggi l’Ucraina è più vicina alla Nato che mai. Siamo grati per il continuo sostegno dei partner italiani nel contesto dell’adesione d’Ucraina all’Alleanza. L’esito del vertice per l’Ucraina è stato quello di rafforzare l’assistenza pratica, rimuovere il MAP dal nostro percorso e istituire il Consiglio Nato-Ucraina non solo come lo strumento di integrazione, ma anche di pieno partenariato e coesione. A differenza della vecchia Commissione, il Consiglio ha il diritto di prendere decisioni vincolanti e l’Ucraina ha il diritto di convocare una riunione urgente del Consiglio per risolvere questioni di crisi e nessun membro della Nato può bloccare tale riunione. Il tema della prima sessione di lavoro del Consiglio Ucraina-Nato a livello di ambasciatori tenutasi il 26 luglio è stato il ritiro della Russia dall’accordo sul grano e la sicurezza nel Mar Nero. Durante la sessione, i membri della Nato e l’Ucraina hanno condannato fermamente la decisione della Russia di ritirarsi dall’accordo sul grano, così come gli ultimi attacchi missilistici russi su Odesa, Mykolaiv e altre città portuali, in particolare sulla città di Reni (vicino il confine rumeno). Quindi fino al prossimo vertice della Nato a Washington continueremo a lavorare con gli alleati sull’invito all’Ucraina a diventare il membro dell’Alleanza.

Il Presidente Biden ha assicurato che l’impegno americano a fianco dell’Ucraina non vacillerà mai. Questa garanzia vi rende più sicuri non solo sugli sviluppi militari della vostra guerra di liberazione, ma anche sulle trattative diplomatiche che, prima poi, dovranno concludere questa tragica pagina aperta dalla Federazione russa?

Sì, ogni guerra finisce con le trattative. Il nostro compito è arrivare a questi negoziati da posizioni forti ed esclusivamente dopo che tutte le truppe russe si saranno ritirate dal territorio sovrano d’Ucraina. Perciò l’impegno degli Stati Uniti come quello di tutti gli altri nostri partner è indispensabile. Mentre per il periodo precedente all’adesione alla Nato, l’Ucraina ha bisogno di ricevere garanzie di sicurezza, che non possono sostituire l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza che non ha alternative. Accogliamo con favore la dichiarazione dei leader del G7 adottata al vertice della Nato di Vilnius, che avvia i lavori su impegni e accordi di sicurezza specifici, bilaterali e a lungo termine con l’Ucraina allineati con il quadro multilaterale. Svezia, Danimarca, Islanda, Norvegia, Finlandia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Belgio, Portogallo, Spagna e altri Paesi hanno già aderito all’accordo quadro del G7, che è aperto alla firma per altri stati. L’Ucraina ha iniziato a redigere la formulazione degli accordi bilaterali con i partner. La conclusione di una serie di accordi di sicurezza bilaterali contenenti gli impegni più specifici e a lungo termine di ciascuno Stato garantirà la capacità dell’Ucraina di difendersi oggi e scoraggiare qualsiasi nuova aggressione in futuro.

E’ soddisfatto del comportamento che l’Italia ha avuto nei confronti del Suo Paese o si aspettava di più?

L’Ucraina e l’Italia sono partner forti. Siamo alleati e amici. Questa amicizia profonda e duratura, fondata sul rispetto reciproco, sulla fiducia e sull’affetto, non la diamo per scontata. L’Italia è stato un sostenitore forte ed evidente della nostra causa. Fin dai primi giorni dell’invasione russa su vasta scala l’Italia ha dimostrato un sostegno e un’assistenza incrollabili. Il nostro rapporto ha davvero raggiunto un nuovo livello. L’Italia ci dà forte sostegno, aiutandoci politicamente, sostenendoci nel nostro percorso verso l’adesione all’UE, finanziariamente e fornendo aiuti di vario tipo. Vorrei sottolineare l’alta intensità ed efficacia dei nostri contatti. Solo nel corso dell’ultimo semestre abbiamo avuto il privilegio di accogliere il Primo Ministro Meloni a Kyiv alla vigilia del primo anniversario dello scoppio della guerra. È stata tenuta ad aprile, a Roma, una conferenza sulla ricostruzione con la partecipazione del Primo Ministro d’Ucraina Denys Shmyhal e di vari alti funzionari ucraini. Il 13 maggio il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy è stato a Roma. Questa visita ha confermato l’impegno costante dell’Italia a sostenere l’Ucraina “a trecentosessanta gradi, per tutto il tempo necessario”, come ha affermato il Presidente Meloni.

Ci sono alcuni partiti italiani che sulla vostra guerra di liberazione non condividono le scelte del Governo e degli altri Paesi europei. Lei pensa di poter dialogare con questi partiti per rimuovere le loro diffidenze e favorire una diversa valutazione dei fatti?

Crediamo che sia molto importante mantenere il sostegno italiano. Stiamo attivamente perseguendo gli sforzi per farlo nel contesto dell’intensa campagna di disinformazione che il Cremlino ha diffuso negli ultimi anni e continua a diffondere ora. Credo che in larga misura questo sia il modo in cui la posizione di alcune forze politiche è collegata al lavoro della propaganda russa. Questo è il motivo per cui io personalmente e tutta la diplomazia ucraina abbiamo lavorato sin dal primo giorno dell’invasione per fornire fatti veri. Credo che il nostro compito sia quello di trasmettere la verità e spero che i fatti e il pensiero critico li aiutino a vedere la verità.

In questi mesi di tragedia per il Suo popolo si sono però aperte due nuove prospettive di speranza: l’ingresso nell’Unione europea e la partecipazione alla Nato. Mentre per la Nato la decisione non dipende da voi, per l’Unione europea quasi tutto dipenderà da quanto il vostro Governo riuscirà a fare per rispettare i requisiti richiesti. Che tempi immagina perché questo avvenga?

L’Ucraina ha fatto da tempo la sua scelta europea e sta progredendo con fiducia e coerenza verso la sua integrazione euroatlantica. È importante capire che questa decisione del popolo ucraino si basa sui valori europei comuni e sull’aspirazione storica del nostro stato di essere parte integrante di un’Europa unita. Da ben diciassette mesi l’Ucraina sta difendendo l’Europa dall’aggressione russa a costo di vite umane. Nonostante la guerra, l’Ucraina si sta sempre più integrando nello spazio europeo in tutti gli ambiti: politico, legale, culturale – stiamo adattando la nostra legislazione a quella europea, insieme stiamo formando le basi per la graduale integrazione dell’Ucraina nel mercato unico europeo. L’Ucraina ha bisogno dell’adesione all’Unione Europea, proprio come l’Unione ha bisogno di un’Ucraina forte, ambiziosa e prospettiva al suo interno. La piena partecipazione del nostro Paese alle strutture europee contribuirà al rafforzamento dell’Europa in tutti gli aspetti strategici e impedirà qualsiasi atto di aggressione da parte di terzi Paesi in futuro. Contiamo su una decisione appropriata quest’anno per quanto riguarda l’avvio dei negoziati di preadesione. Certo, questo non è fine a sé stesso, ma una tappa importante che garantirà un movimento continuo dell’Ucraina verso le strutture europee.

La Russia ha annunciato la sospensione della sua partecipazione all’accordo sul grano e ha attaccato i principali porti ucraini. Quale pensa sia l’obiettivo della Russia?

La Russia ha confermato ancora una volta il suo status di Paese terrorista. Gli attacchi mirati ai porti ucraini e ai magazzini di grano sono stati compiuti con l’obiettivo di creare caos, destabilizzare la situazione e aggravare la crisi umanitaria nel mondo. L’Ucraina non ha mai violato i suoi accordi. Il più alto livello di leadership politica del Paese fa il massimo sforzo per continuare a fornire cibo ai Paesi che ne hanno più bisogno. Dopo una serie di attacchi russi ai porti ucraini, i prezzi dei cereali sul mercato mondiale sono aumentati significativamente, mettendo in una situazione ancora più difficile i Paesi che stavano aspettando le forniture dall’Ucraina.  Di conseguenza, la Russia, con le sue azioni, mette nuovamente a rischio la sicurezza alimentare del mondo, un approccio assolutamente inaccettabile. Senza le forniture di grano ucraino, si verificherà una carestia di proporzioni mai viste prima, con milioni di vittime innocenti. La guerra della Russia è da tempo uscita dai confini d’Ucraina. Essa ha coinvolto in qualche modo tutti i Paesi e tutti i continenti. Non permetteremo alla Federazione Russa di decidere chi ha il diritto di mangiare e chi no. Oggi è il momento di proteggere il nostro diritto collettivo alla stabilità dal regime terroristico del Cremlino.

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