Il rilancio dell’economia e dei consumi restano ancora all’orizzonte. In primo piano si palesano nuove incertezze e flessioni che preoccupano le Associazioni di categoria. A sottolineare i motivi di allarme è la Confcommercio con una analisi del Centro studi che fa riferimento ai rilievi Istat che da un lato vede una crescita anche se di poco della fiducia delle imprese, e dall’altro il sentimento negativo generale dei cittadini. L’Istat sottolinea: “un deciso peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e delle attese sulla situazione economica personale”.
Sale un clima di sfiducia
L’analisi del Centro studi Confcommercio è volta al pessimismo. “È un dato da valutare in modo complessivamente negativo. Per le imprese, il modesto incremento non modifica in misura significativa il profilo stagnante o decrescente delle aspettative. Si consolida l’orientamento flettente nelle imprese manifatturiere”, annotano gli analisti, “Nell’ambito del commercio si rilevano miglioramenti del clima solo impercettibili. Lo stesso rimbalzo della fiducia nelle imprese turistiche è una moderata correzione dopo la caduta di giugno, a sua volta conseguenza della meteorologia avversa”.
Crisi che coinvolge il Pil
Il problema che più interessa la Confcommercio è la crisi dei consumi spia di una nuova fase di rallentamento che avrà un impatto sul Pil. “La correzione al ribasso per le famiglie”, osserva il Centro studi, “contribuisce a rendere più credibile la rappresentazione della fiducia dei consumatori, dopo l’inattesa e sorprendente crescita di giugno. È un segnale che introduce alla lettura del forte rallentamento che dovrebbe avere connotato il secondo trimestre dell’anno in corso, coinvolgendo consumi e produzione industriale e, in definitiva, il profilo del prodotto interno lordo”.
La frenata genera dubbi
I dati Istat indicano che a luglio l’indice di fiducia delle imprese aumenta, passando da 108,2 a 109,1, recuperando parzialmente i cali dei due mesi precedenti. L’indice di fiducia dei consumatori invece si riduce pur mantenendosi sopra il livello medio del periodo gennaio-giugno 2023, da 108,6 a 106,7 e l’Istat sottolinea “un deciso peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale (comprese le attese sulla disoccupazione) e delle attese sulla situazione economica personale”. Tutte le componenti l’indice di fiducia dei consumatori, “si deteriorano eccetto i giudizi sull’opportunità di risparmiare nella fase attuale”, evidenzia la Confcommercio.