“Non si riesce davvero a capire perché nessuno, i politici prima di tutto, si interessi alle piccole imprese, che rappresentano il 98% dell’economia italiana”. Dario Costantini presidente della Confederazione nazionale degli artigiani lo dice con una chiarezza estrema: la politica dimentica le piccole imprese, con tutto ciò che ne consegue.
“Pensiamo ai protocolli anti-covid, studiati su misura della grande impresa”, spiega Costantini, “o al payback, un meccanismo incomprensibile e incostituzionale che va assolutamente superato. Ma in attesa del suo superamento esiste il rischio di un lungo contenzioso, che potranno affrontare soltanto le grandi imprese. Mentre le piccole finiranno per pagare, per paura, magari indebitandosi”.
Energia, privilegio per i grandi
Altro tema quello del prezzo che le piccole imprese pagano per produrre.
“Per non parlare poi dell’energia”, osserva ancora Costantini, “che vede le piccole imprese ulteriormente penalizzate sia sul mercato interno, a scapito della grande industria, sia rispetto ai competitori esteri, che l’energia la pagano molto meno. Proprio per contrastare questa evidenza”, prosegue Costantini, “abbiamo proposto un piano per sostenere l’autoproduzione che farebbe l’interesse delle imprese, a vantaggio dei conti dello Stato e dell’ambiente. Vedremo se la nostra proposta sarà accettata o se, ancora una volta, avremo la dimostrazione che le imprese sono costrette a muoversi in un contesto avverso, se non nemico”.
No pacche sulle spalle
Per la Cna bisogna finirla con gli atteggiamenti paternalistici.
“In realtà noi avremmo bisogno di meno pacche sulle spalle e più azioni concrete”, puntualizza il leader della Confederazione nazionale degli artigiani.
Nel corso dell’evento, alla presenza di oltre 120 imprenditori, si è parlato del “Modello Emilia”, l’ultimo libro di Franco Mosconi, docente di economia politica all’Università di Parma, attorno al quale si è sviluppato il dibattito condotto dal segretario provinciale Francesco Stagi, a cui hanno partecipato, oltre all’autore, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, Claudio Medici, presidente di Cna Modena.
Gli ingredienti di questo modello? “Non solo economici”, ha sottolineato Mosconi, “ma anche sociali, grazie a uno spirito di comunità che va ben oltre le condizioni emergenziali che hanno colpito il territorio negli ultimi anni”.
“Non so se siamo un modello”, osserva Bonaccini, “certo, se ci definiscono così, non ci spiace. A questo successo ha sicuramente contribuito la condivisione delle scelte, scelte fatte e concretizzate insieme grazie a quello strumento tanto originale quanto innovativo che è il Patto per il Clima ed il Lavoro. Il risultato? Un esempio: dato che sappiamo già cosa vogliamo fare, l’utilizzo di oltre il 50% dei fondi europei del periodo 2021-2027 è già stato programmato”.
Troppi anziani e pochi bimbi
Non mancano i motivi di preoccupazione. Li ha elencati Claudio Medici, cominciando dalla formazione per continuare con le spese sanitarie e sociali. “Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo”, evidenzia Medici, “con 189 anziani ogni cento bambini che nel 2040 diventeranno 270. In una situazione del genere come si può tagliare continuamente la spesa? Pensiamo ai continui tagli alla sanità e agli strumenti per far fronte alle spese. Mi riferisco al payback, che rischia di ritorcersi contro il sistema sanitario: chi venderà prodotti o servizi a quest’ultimo sapendo che dopo anni lo Stato potrebbe chiedere la restituzione di parte dei ricavi?”.