“Sono partita per il Giappone nominando un commissario alla siccità e torno dovendone fare uno per gli allagamenti”. È una osservazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il suo intervento al Festival dell’Economia di Trento. Una riflessione che sconfina nel surreale di eventi imprevisti e purtroppo drammatici, che tuttavia ci permette di parlare della complessità del fare politica. Delle difficoltà di prendere decisioni, di attuarle, di metterle alla prova dei fatti.
Impegno contro la superficialità
In questi anni abbiamo assistito ad una banalizzazione della politica. Più che essere una disciplina che richieda talento, moderazione, preparazione, visione del futuro e concretezza sul presente, si è cavalcata l’idea che la politica sia solo una giostra di superficialità e velleità personali. Che prendere voti e intercettare consensi elettorali sia tutto. Smarrendo così l’orizzonte della difficoltà della azione politica e di Governo, di come affrontare gli eventi avversi. In questo bisogna dare atto a Giorgia Meloni che porta con sé il tentativo del ritorno della politica e delle istituzioni verso un alveo di impegno, di sforzo nell’essere presenti, di conoscenza dei problemi e delle difficoltà. Il premier ha fatto una seconda confessione personale durante il suo intervento al Festival dell’Economia, un racconto di sè che nessun altro leader ha avuto il coraggio di fare. “Sono diventata secchiona perché ero una persona insicura e siccome ero anche orgogliosa ho usato quella debolezza cercando di trasformarla in un punto di forza. Sono sempre stata sottovalutata nella vita”, ha puntualizzato Giorgia Meloni, “ma questo può essere un punto di forza perchè quando ti sottovalutano puoi anche stupire”.
Testimonianza di serietà
Questo modo di essere in politica apre un nuovo capitolo. Il mostrare il proprio lato personale, testimonianza di sincerità e di determinazione per essere in sintonia con chi viene normalmente e confida sulle proprie forze. Come fanno d’altronde tutti i cittadini e con loro le piccole imprese che quotidianamente devono battersi con avversità di ogni genere per proseguire dignitosamente la vita e le proprie attività. Sottolineiamo questo impegno perché in anni recenti abbiamo assistito ad un guazzabuglio di irriverenze, di atteggiamenti egocentrici e inconcludenti. Di dileggi e provocazioni, messe in atto da chi poi si è comodamente protetto da garanzie istituzionali.
Uno sforzo di unità
L’alluvione con il suoi lutti, danni incalcolabili, pericoli e gravi disagi per la popolazione, ha messo in luce come si possa lavorare per un obiettivo comune e sociale. È significativa la foto sull’elicottero durante la ricognizione dei luoghi travolti dall’alluvione che ritrae i protagonisti di tre ruoli e istituzioni diverse, il premier Meloni, la commissaria Ue Ursula von der Leyen e il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Uno scatto che dimostra che si può essere uniti per il Paese. Che di fronte ai problemi delle persone bisogna essere all’altezza dei momenti difficili, per cogliere e dare risposte alle aspettative dei cittadini che chiedono alla politica e alle istituzioni di essere a loro vicine, di creare le condizioni di un “rimettersi in piedi” come ha affermato e augurato il governatore Bonaccini.
Verso una nuova politica
La presidente Ursula von der Leyen durante la conferenza stampa tenuta a Bologna ha detto che ci sarà l’attenzione dell’Europa per la ricerca dei fondi da assegnare al territorio dell’Emilia Romagna, ma ha pure osservato come sia rimasta “Colpita dall’impegno degli Angeli del fango”. Una sottolineatura importante perché la visione della politica deve includere non solo i “politici” ma chi partecipa allo sforzo collettivo del Paese.
Oggi possiamo dire che sta maturando una nuova fase di impegno sociale e politico. C’è una nuova consapevolezza di come siano necessari la serietà, la moderazione, uno sforzo diffuso e partecipe verso lo Stato. Uno scenario che darà frutti positivi e, per dirla con le parole del premier, che sia in grado “anche di stupire”.