Un manifesto per individuare cinque obiettivi di intervento per la crescita, il lavoro, gli investimenti, il rapporto tra imprese e istituzioni, il ruolo dei corpi intermedi.
Questa l’essenza de “La buona impresa: valori e proposte per l’economia italiana”, documento sottoscritto dai Presidenti di Alleanza delle Cooperative Italiane, Mauro Lusetti; Confindustria, Vincenzo Boccia; Cia – agricoltori italiani, Dino Scanavino; Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e Copagri, Franco Verrascina.
Secondo i fautori della iniziativa, la “buona impresa” è il soggetto che in termini culturali e sociali può contribuire a promuovere una nuova stagione di crescita, correggendo le deformazioni dell’economia ed imboccando la strada di uno sviluppo sostenibile.
“Le straordinarie trasformazioni della nostra epoca – sottolineano i firmatari – sono diventate sempre più evidenti durante il decennio della grande crisi. Rivoluzione tecnologica, crisi e globalizzazione ci consegnano un mondo in cui le fratture tra ricchezza e povertà si allargano invece di rimarginarsi, in cui l’ampliarsi delle diseguaglianze frena un possibile sviluppo inclusivo e sostenibile sul piano economico, ambientale e sociale”.
In questo scenario le imprese non possono stare a guardare: cambiare l’Italia, modernizzarla, renderla un Paese dinamico è più che mai una priorità.
“Per riprendere a crescere – affermano i vertici apicali delle organizzazioni coinvolte – non abbiamo bisogno solo di essere più competitivi, abbiamo bisogno di impegnarci tutti in una trasformazione radicale del nostro sistema Paese”.
Una rivoluzione copernicana che deve passare necessariamente attraverso quelle “imprese che, a prescindere dal fatto che siano grandi o piccole, di capitale o cooperative, locali o internazionali, intendono impegnarsi per cambiare l’Italia. Imprese che si sentono in prima linea sul fronte della sostenibilità, sociale e ambientale, e, a partire da quest’ultima, vogliono perseguire tenacemente la sostenibilità delle produzioni, la riduzione delle emissioni e lo sviluppo dell’economia circolare”.
Questi obiettivi si possono realizzare solo investendo nell’innovazione e nel lavoro, nel buon lavoro, mettendo al centro la formazione, il benessere delle persone, la parità di genere, l’apertura ai giovani e ai talenti, l’investimento sul welfare e su servizi che agevolano la conciliazione tra lavoro e vita delle persone.
Il manifesto mira ad affermare che è la “buona impresa” il soggetto economico che in termini culturali e sociali può contribuire a correggere le deformazioni dell’economia attuale e a imboccare la strada maestra di uno sviluppo sostenibile”.