venerdì, 15 Novembre, 2024
Società

Dieta mediterranea. Solo il 13% degli italiani la rispetta

Da uno studio del “Crea Alimenti e Nutrizione”, pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Nutrition, basato su un campione di 2.869 persone, nonostante il riconoscimento universale della bontà della cosiddetta dieta mediterranea, solo il 13% degli italiani la segue. Le buone abitudini, che volevano in cima alla piramide alimentare frutta e verdura e carne e dolci relegati nelle fasce residuali paiono cambiate, anche per una maggiore ingerenza dei prodotti industriali di più facile consumo.

L’attuale rivisitazione che gli italiani oggi ne fanno comporta un aumento del consumo di proteine di origine animale, (49,6 grammi al giorno contro 28,3 della tradizionale), grassi animali (37,8 grammi al giorno contro 20,1 grammi al giorno), grassi saturi (25,0 su 15,8 grammi al giorno) e colesterolo (305,0 milligrammi al giorno su 258,5). Lo rilevano i dati raccolti dall’Università Campus Biomedico di Roma e dalla Fondazione città della Carità di Taranto, pubblicati sulla rivista Clinical Nutrition ESPEN.

Di questo tema  si è occupata al Maschio Angioino di Napoli, la seconda edizione del “Festival dei 5 colori”, tincentrata su salute e nutrizione, soprattutto dei bambini. “Uno degli obiettivi del Festival, oltre alla condivisione e alla formazione, è avere un impatto sulla pratica clinica – commenta Giuseppe Morino, Direttore Scientifico del Festival -. È importante valorizzare sempre più la dieta mediterranea come mezzo per mantenere la salute: soprattutto se applicata nel modo corretto, tradizionale. Ridurre l’assunzione di prodotti industriali, limitare gli zuccheri e le carni, in aumento nella cucina moderna anche a causa della naturale modifica delle abitudini quotidiane, che richiedono di semplificare la preparazione dei piatti e di renderla più rapida, è un importante passo avanti e può davvero garantire il benessere e prevenire numerose patologie.”

Alla kermesse si discute dell’importanza di una corretta nutrizione, sport, diabete, prevenzione primaria e secondaria, ma anche del ruolo fondamentale della comunicazione in ambito sanitario soprattutto quando si parla di benessere e salute. “Le corrette abitudini a tavola e l’approccio sano alla nutrizione passano anche attraverso la formazione”, ha, infatti, commentato Matteo Lorito, Rettore dell’Università Federico II. “Fare è fondamentale – ha aggiunto Mauro Boldrini, Direttore dell’Associazione Pancrazio -. ma saperlo trasmettere nel modo corretto, utilizzando anche il giusto vocabolario è essenziale perché le informazioni arrivino ai cittadini e operino un cambiamento nei loro stili di vita. Scopriremo quanto è profondo il legame tra lo stato del nostro organismo e quello che mettiamo in tavola.”

Molti gli interventi di autorevoli medici come Paolo Crepet, noto psichiatria, Rossana Berardi, ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, Adriana Bonifacino, Presidente di IncontraDonna Onlus, Francesco Cognetti, Presidente FOCE, Saverio Cinieri, Presidente AIOM, Francesco Perrone, Presidente Eletto AIOM, Antonio Moschetta, Ordinario di Medicina Interna Università Aldo Moro Bari, Anna Maria Colao Presidente Società Italiana Endocrinologia, Andrea Ghiselli, Past – President Società Italiana di Scienze della Nutrizione e Ciro Indolfi, Presidente Società di Cardiologia Italiana. “La Dieta Mediterranea è un patrimonio culturale – ha ricordato Nicola Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania -, ma da sola non basta. Dobbiamo mettere in campo azioni incisive per contrastare l’obesità e creare un reale cambiamento nelle abitudini alimentari dei consumatori. L’obiettivo è stimolare la prevenzione, in sinergia con università, medici e ricercatori in materia di microbiota umano”.

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