Festa della liberazione. Arriva puntuale nei calendari segnata in rosso come il colore ancora vivo del sangue degli innocenti che hanno lottato per la vita, per un ideale, per qualcosa per la quale vale la pena vivere ancora. Provare a chiedere ai tanti che fanno “vacanza” cosa sia la festa della liberazione, si vedono sguardi smarriti nel nulla. Meraviglia? Non credo. Si assiste oggi più che mai a uno scollamento forte tra mondo istituzionale e popolo. Apparentemente tutto sembra unito ma non è così. Il palazzo è li, la casa del cittadino che a stento assicura un pezzo di pane e un quaderno sta dall’altra parte.
E allora rincorriamola questa liberazione. Cerchiamola e facciamola parte integrante del modo di vivere. Liberazione da cosa? Iniziamo dalla sub cultura dell’odio, dall’arroganza, dalla prepotenza, dall’arrivismo. Liberazione dal veleno che si vende a prezzo scontato negli scaffali del cuore spesso logorato da quella cattiveria che attanaglia. Liberazione dalla corsa al potere inutile ed effimero che annichilisce e distrugge tutto.
Festa della liberazione dal dito puntato e dalla maschera ben incollata al volto. Liberazione dalla mentalità dello strisciare ai piedi di chi fa finta di tenere il potere senza sapere che anche lui è destinato a morire. Liberazione dalla mentalità clientelare della raccomandazione e dal predominio su tutto e tutti. Sì, e necessaria la festa della liberazione, serve e va fatta. A farla sia il papà disperato, la mamma che va a pulire le scale per una manciata di euro, il ragazzo bullizzato, il diverso in tutto (non solo nella sua identità sessuale) la coppia che scoppia e i figli ne piangono le conseguenze. Festeggi l’anziano abbandonato in una casa di riposo e anche chi costretto alla chemioterapia non vede alba dinnanzi a se. Sì, si festeggi pure, ma solo se si ha il coraggio di assaporare il fresco profumo di libertà e stringere fra le mani un tricolore che ci ha già educato da anni ad essere un Popolo libero amante della verità. Proviamoci, almeno abbiamo fatto qualcosa di diverso.
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