Cercare di colmare il gap gender è l’obiettivo di molte società, per lo meno quelle avanzate. L’Italia è tra quelle che devono impegnarsi particolarmente perché ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi europei. Ma ci sono settori in cui il problema è più accentuato un po’ in tutto il mondo ed è quello dell’agroalimentare.
Le lavoratrici del settore – il 36% delle donne in tutto il mondo – sono le più esposte, le più vulnerabili, nonostante che il loro ruolo sia determinante, soprattutto come commercianti e imprenditrici. Il recente rapporto Status of Women in Agrifood System della Fao denuncia come ci siano meno protezioni sociali e contratti più precari e irregolari rispetto ai colleghi maschi.
Le donne in agricoltura guadagnano il 18% in meno degli uomini
Il divario salariale in agricoltura, con le donne relegate nei settori a bassa retribuzione, si aggira al 18% di guadagno in meno rispetto ai colleghi maschi. Eppure, a livello globale, il 21% di tutti i lavoratori nel settore primario della pesca e dell’acquacoltura, ad esempio, sono donne e quasi il 50% di tutti i lavoratori dell’intera catena del valore acquatico (compresi pre e post raccolta) sono donne. Nell’Africa sub-sahariana, il 66% dell’occupazione femminile è nei sistemi agroalimentari, rispetto al 60% dell’occupazione maschile. Nell’Asia meridionale, il 71% delle donne nella forza lavoro lavora nei sistemi agroalimentari contro il 47% degli uomini.
Ridurre questo gap aumenterebbe il Pil di 1.000 MLD
Le donne impegnate in lavori salariati in agricoltura guadagnano 82 centesimi per ogni dollaro che guadagnano gli uomini. Si stima che l’eliminazione di questo gap potrebbe portare a un aumento del prodotto interno lordo mondiale di 1.000 miliardi di dollari, con la riduzione dell’insicurezza alimentare globale del 2%. Ma le differenze non sono solo salariali.
Gli uomini hanno maggiori diritti di proprietà o diritti di proprietà sui terreni agricoli rispetto alle donne in 40 dei 46 paesi che riferiscono sull’indicatore 5.a.1 dell’obiettivo di sviluppo sostenibile e, mentre il 75% dei documenti politici relativi all’agricoltura e allo sviluppo rurale di 68 paesi riconosce i ruoli e/o le sfide delle donne nell’agricoltura e nello sviluppo rurale, solo il 19% include obiettivi politici relativi al genere.
Non favorire lo sviluppo delle donne rallenta l’economia
La strada, dunque, per le agricoltrici è ancora molto lunga a causa di norme sociali discriminatorie contro le donne, soprattutto nei Paesi africani e nel mondo arabo. La via indicata dal report della Fao è favorire l’accesso delle donne alle risorse, ai servizi, al credito, alla formazione e alla tecnologia digitale. Ma ancora nel 2023 manca la consapevolezza che le disuguaglianze non permettono la crescita dell’intera economia, che perde risorse, talenti e opportunità.