“Riportare i giovani alla manifattura”. È il tema che la Confederazione nazionale degli artigiani pone tra i suoi obiettivi strategici. A spiegare le ragioni di come il sistema italiano non solo abbia bisogno di giovani ma anche di una maggiore considerazione delle piccole imprese, è il segretario generale Cna, Otello Gregorini.
Cna e imprenditoria diffusa “L’ossatura del nostro sistema economico è composta da piccole e medie imprese, ma quando poi si passa dalle parole alle azioni, le misure sono dedicate principalmente alla grande
impresa”, evidenzia Gregorini, “Deve essere invertita questa modalità. Il nostro sistema oggi è quello di un’imprenditoria diffusa alla quale deve essere assegnato il giusto valore, anche perché nel recente passato
abbiamo visto come questa abbia sostenuto il Paese. Non si tratta di esaltarci”, osserva il leader della Cna,
“ma di un aspetto di coerenza”.
Il valore della piccole imprese
Il segretario generale della Confederazione, ha lanciato con un appello al convegno “Riportare i giovani alla manifattura”, organizzato a Senigallia nell’ambito della 7ma edizione di “Made in Italy: valore economico, sociale, etico”, il format di Cna-Federmoda dedicato ad approfondire le dinamiche del sistema moda.
Gregorini ha evidenziato la necessità di dare il giusto riconoscimento al valore dell’artigianato e della piccola impresa, “cosa che il Paese non fa a sufficienza: negli ultimi anni si è infatti assistito a una sottovalutazione del lavoro che il sistema dell’economia diffusa svolge per l’Italia”, puntualizza Il segretario della Confederazione degli artigiani, “Un richiamo forte alla politica e alle istituzioni di dedicare la giusta attenzione a questo mondo”.
Artigianato, vitale e giovane “Il nostro settore è spesso percepito come una realtà vecchia e povera”, ha spiegato Gregorini, “diventa quindi fondamentale sviluppare azioni di comunicazione che esaltino la
bellezza, la passione e il senso di libertà, valori che caratterizzano l’artigianato. Si deve costruire una comunicazione di giovani per i giovani, coinvolgendo le nuove generazioni che operano nel settore per
trasmettere messaggi ai loro coetanei”.
Attrattivi e protagonisti Il segretario generale Cna ha poi fatto notare come la fine del secolo scorso abbia rappresentato uno spartiacque nell’immaginario collettivo: “Il mondo della piccola impresa godeva di
consenso”, ha ricordato, “Con l’inizio del nuovo secolo si è assistito a un cambiamento della narrazione. Dobbiamo quindi lavorare per riportare una lettura coerente e positiva del nostro sistema d’imprenditoria
diffusa, offrendo risposte immediate e contemporaneamente pensando in termini prospettici, per riportare i giovani alla manifattura, essendo il nostro un Paese prettamente manifatturiero”, Questo è il Dna della
Cna”, ha concluso Gregorini, “la nostra Confederazione cerca sempre di trovare proposte e soluzioni per le imprese mettendole a disposizioni del Paese”.
Relatori e partecipanti
Ai lavori del convegno, moderati da Gaia Segattini, presidente di Cna Federmoda Ancona, sono intervenuti il Sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti; il presidente di Cna Marche, Paolo Silenzi; il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini; la presidente di Cna Federmoda Marche, Doriana Marini, il presidente nazionale di Cna Federmoda, Marco Landi; e il responsabile nazionale di Cna Federmoda, Antonio Franceschini.
Formazione e manodopera “La due giorni di Cna Federmoda quest’anno”, illustra una nota, “si è focalizzata in particolare sui temi della carenza di manodopera, formazione professionale, digitale e sostenibilità, e necessità di riportare i giovani verso il mondo della manifattura, creando così una opportunità occupazionale”. L’iniziativa si è svolta attraverso la formazione di cinque gruppi di lavoro composti
da dirigenti di Cna Federmoda, esperti e ricercatori del settore, si è cercato di elaborare proposte progettuali per lo sviluppo di politiche a sostegno del settore