domenica, 22 Dicembre, 2024
Economia

Confcommercio e fisco. Sangalli: bene le scelte su Irpef e Ires. Il vice ministro Leo: riforma giusta, no vessazioni ma dialogo

La riforma fiscale piace alla Confcommercio. Lo spiega il presidente della Confederazione, Carlo Sangalli durante il confronto in Consiglio Generale di Confcommercio con il viceministro all’Economia, Maurizio Leo. “È condivisibile la volontà di una riforma complessiva, anche perché non è più tempo di manutenzioni ordinarie visto che in gioco ci sono la crescita economica e la coesione sociale e territoriale”, spiega Sangalli.

Investimenti aziendali

Parlando dei redditi d’impresa, Sangalli sottolinea positivamente le scelte fatte su Irpef e Ires, che “intendono favorire il reinvestimento degli utili in azienda, promuovendo la capitalizzazione delle imprese e premiando la costruzione di nuova occupazione ed investimenti in innovazione”. Scelte che, comunque, “vanno coordinate con il tema degli incentivi alle imprese, comprese le modalità di verifica e controllo” e in ogni caso restano urgenti “interventi di riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro ed anche misure di detassazione degli aumenti contrattuali”. Giusti, per Sangalli, anche “gli intenti del riordino del regime di compensazione delle perdite fiscali, della revisione della deducibilità degli interessi passivi, della rivisitazione della disciplina delle società non operative” e bene anche “le previsioni della riforma del sistema impositivo dei redditi delle imprese che accedono agli istituti del Codice della crisi di impresa”.

Detrazioni e deduzioni

E se sul cammino verso l’imposta piatta per il presidente di Confcommercio, “bisogna definire un chiaro sistema di detrazioni e di deduzioni”, sulla “No tax area” la Confederazione crede che “non debbano esserci disparità tra redditi da lavoro dipendente e redditi da pensione, ma anche tra questi ultimi e i redditi da lavoro autonomo”.

Fisco e studi professionali

Il presidente confederale inoltre, sottolinea che “si attende da tempo la neutralità fiscale per le operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali”. Passando a parlare di “tax expenditures”, per Sangalli “vanno considerati, nella selezione delle agevolazioni, l’effettiva utilità sociale, nell’equilibrio tra finanza pubblica e crescita dell’economia”, mentre “va valorizzato il ruolo del welfare contrattuale con un regime di fiscalità agevolata data l’utilità sociale che i fondi di secondo pilastro rivestono nel nostro sistema di welfare”.

No a tassazioni aggiuntive

Quanto all’Iva “ben venga la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote, ma la razionalizzazione non dovrà comunque tradursi in un incremento complessivo della tassazione indiretta su beni e servizi”, mentre l’ipotesi di introdurre la cedolare secca anche per le locazioni commerciali “si deve tradurre anche in un contenimento dei canoni a carico dei conduttori”. Per quanto riguarda i principi di fiscalità green occorre “un approccio che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale”, puntando in via prioritaria a “ridurre i differenziali tra tassazione europea e italiana” preservando nel contempo “quelle misure indispensabili per la competitività delle nostre imprese dei trasporti”.

Le proposte del vice ministro

Punti di sintonia e repliche alle indicazioni del presidente Sangalli, sono arrivate dal viceministro Leo, che indica l’obiettivo della riforma. “È una delega ampia, un disegno organico e ambizioso”, puntualizza Leo, “che vuole rimettere la persona al centro dell’imposizione superando gli interventi di manutenzione, non strutturali e organici, fatti dopo gli anni Settanta”. “Vogliamo dare prima di tutto certezza ai contribuenti”,  fa presente l’esponente di Governo, “dando efficienza a un sistema fiscale datato e pieno di incrostazioni, e poi instaurare un dialogo diverso tra fisco e contribuente, dando fiducia a questi ultimi”. In particolare, “il contraddittorio nella fase di accertamento deve essere sempre previsto, va favorita l’autotutela e bisogna far pagare le imposte in modo corretto con criteri certi”.

Evasione ed elusione

Per il vice ministro “vanno combattute in modo più attento”, anche “eliminando i troppi microtributi esistenti”, mentre su Irpef e Ires “dobbiamo stare attenti prima di tutto ai conti pubblici: vediamo le risorse e poi decideremo, a novembre, quali interventi di riduzione adottare. Pensiamo comunque di correggere l’Irpef riducendo le aliquote a tre e di intervenire sulla tax expenditures e sulle singole categorie reddituali”.

Senza utili no a pagamenti

Detto che “l’Irap va mantenuta solo per le società di capitale”, Leo ricorda inoltre che la delega introduce l’Iri per le pmi: “se l’impresa non distribuisce utile perché dovrebbe pagare l’imposta progressiva?”. Importante anche “abbassare le sanzioni amministrative portandole sullo standard europeo del 60% e togliendo le sanzioni penali se c’è buona fede. Se un’impresa ha un indice di affidabilità economica dell’80%, ha dichiarato tutto ma non è in condizioni di pagare, perché vessarla invece di concederle più tempo?”.

No cessazioni ma confronti

Mentre anche “sulla riscossione e sul contenzioso bisogna semplificare eliminando le incrostazioni, e realizzare testi unici per favorire il rispetto e la comprensione delle norme”. “La delega è una svolta per il Paese”, ha concluso il viceministro, “Già dal primo dicembre 2024 cambiamo il verso nei rapporti con i contribuenti semplificando all’insegna del dialogo, non vogliamo vessare ma discutere”.

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