sabato, 23 Novembre, 2024
Esteri

Uss, evaso dall’Italia riappare in Russia

L’uomo d’affari Artyom Uss, fuggito dagli arresti domiciliari in Italia il mese scorso, è ora in Russia. Lo riporta l’agenzia di stampa russa RIA Novosti.

Il 23 marzo, il figlio del governatore di Krasnoyarsk, Artyom Uss, precedentemente detenuto in Italia su mandato internazionale, è evaso dagli arresti domiciliari. Alla vigilia dell’evasione si è saputo che il tribunale di Milano aveva approvato la sua estradizione negli Stati Uniti con l’accusa di commercio di petrolio per eludere sanzioni e frode bancaria.

Uss ha confermato di essere evaso dagli arresti domiciliari. Ha detto a RIA Novosti di essere stato “costretto” a farlo perché non credeva nell’obiettività della giustizia italiana.

Non sono ancora stati forniti dettagli su come sia avvenuta la fuga e su come Uss sia riuscito a varcare il confine italiano per fare ritorno in Russia. Secondo alcune fonti qualificate, durante la fuga, Uss potrebbe aver utilizzato un aereo privato e documenti falsi. Si presume che l’intelligence russa lo abbia aiutato a fuggire. Dopo aver lasciato l’appartamento di Milano, Uss Jr. è salito su un’auto guidata da una seconda persona. Prima, aveva tagliato il braccialetto elettronico, grazie al quale le autorità italiane avrebbero potuto tracciare i suoi movimenti.

Certo è difficile credere che una persona decida di fuggire dai domiciliari in Italia per rientrare in Russia, dove il tribunale municipale di Mosca aveva emesso un mandato di arresto in contumacia. L’avvocato dell’uomo d’affari, Vladimir Zherebenkov, ha dato una spiegazione che conferma quanto avevamo ipotizzato dalle colonne de La Discussione il giorno della sua fuga. Ovvero che la creazione del capo di accusa in Russia fosse un espediente per poter riportare a casa l’uomo che operava all’estero per conto del Cremlino. Afferma l’avvocato Zherebenkov che questo caso “è progettato per far uscire l’Uss dall’Italia”.

Un altro avvocato, Alexey Tikhomirov, ha detto all’agenzia TASS che Uss è ora a Mosca. È apparso volontariamente presso il dipartimento investigativo del Ministero degli affari interni della Russia e l’ordine restrittivo è stato modificato in un ordine a non lasciare il Paese.

USS, secondo l’indagine americana, ha rivenduto centinaia di milioni di barili di petrolio dal Venezuela sottoposto alle sanzioni statunitensi ad acquirenti russi e cinesi. Le autorità statunitensi affermano che la società che faceva capo ad Uss avrebbe anche acquistato elettronica per inviarla in Russia a produttori inclusi nell’elenco dei sanzionati. Stiamo parlando, tra l’altro, di moderni semiconduttori e microprocessori, utilizzati nei caccia russi, nei sistemi missilistici, nei radar e nei satelliti.

Quanto accaduto nelle ultime 24 ore dimostra che Artyom Uss non era un semplice uomo d’affari agli occhi del Cremlino.

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