L’ex stato sovietico della Georgia è intrappolato tra i propri legami storici con l’Oriente e un futuro che potrebbe trovarsi più vicino all’Occidente. Il suo governo, giudicato dai critici troppo amico del Cremlino, è stato scosso da proteste di massa. Venerdì il Parlamento ha votato per far cadere un disegno di legge che alimentava timori di influenza russa e paragoni con l’Ucraina, dopo che decine di migliaia di persone sono scese nelle strade di Tbilisi per manifestare contro la legislazione, vedendola come una minaccia alle libertà democratiche del paese e una barriera per eventuali future speranze di adesione alla NATO e all’Unione Europea.
Le massicce ed energiche proteste a Tbilisi sono iniziate dopo che il partito al governo “Sogno georgiano” ha presentato un disegno di legge sull’influenza straniera che avrebbe obbligato i media, le organizzazioni non governative e persino gli individui a registrarsi presso lo stato come agenti stranieri se ricevono più del 20% del loro reddito annuo da entità straniere. Il partito al governo ha affermato che era necessario per la sicurezza nazionale. Gli autori del disegno di legge hanno affermato che è stato modellato sul Foreign Agents Registration Act del 1938, che gli Stati Uniti hanno promulgato per esporre la propaganda nazista. I critici hanno definito la proposta una “legge russa”, avvertendo che potrebbe essere utilizzata per limitare le libertà dei media e soffocare il dissenso. Giovedì il parlamentare dell’opposizione, Salome Samadashvili, ha dichiarato che il decreto era simile a quello emanato dal presidente russo Vladimir Putin nel 2012.
Una legge utilizzata per chiudere o screditare le organizzazioni critiche nei confronti del governo e per sopprimere l’opposizione democratica – ONG, giornalisti e fondamentalmente chiunque avesse una qualche indipendenza finanziaria o politica. Dopo l’introduzione ed il rapido voto di “Sogno georgiano”, partito di maggioranza parlamentare, decine di migliaia di manifestanti hanno invaso la capitale e si sono radunati davanti all’edificio del parlamento per diversi giorni, imperterriti anche dopo essere stati accolti con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua .