“Fermiamo le guerre”. È lo striscione che ha aperto la grande e partecipata fiaccolata partita dai giardini del Frontone di Perugia per raggiungere ieri mattina all’alba, Assisi. Un evento pacifista “contro tutte le guerre che continuano, in Ucraina e in troppe altre parti del mondo”.
“La voce della Pace”, hanno puntualizzato i promotori ad inizio manifestazione, “è in cammino tra Perugia e Assisi nella notte del primo anniversario dell’invasione russa in Ucraina”. “Russi e ucraini sono travolti dalla guerra, siamo noi ora a dover lavorare per la pace”. Quella realizzata è stata una edizione non prevista dell’appuntamento nato da un’idea di Aldo Capitini e organizzata appositamente “contro tutte le guerre che continuano in Ucraina e in troppe altre parti del mondo”.
Nella cripta di San Francesco
La marcia è stata animata da centinaia di persone con le bandiere arcobaleno, i colori della pace, e la scritta “No War”. Il corteo si è snodato tra vie e sentirti per raggiungere la Basilica di San Francesco. I partecipanti al termine del percorso sono scesi nella tomba del Santo per un momento “di raccoglimento, riflessione e preghiera per i credenti”.
La guerra è una trappola
“Nella notte simbolo della terza guerra mondiale in cui siamo stati trascinati, vogliamo restare svegli, in piedi, in cammino per andare incontro alle vittime e provare a sentire il loro sentire: il buio, il freddo, l’inedito, l’incertezza, la paura, la stanchezza”, ha sottolineato Flavio Lotti, coordinatore della Perugia-Assisi. E ancora: “Una marcia per invitare tutti ad aprire gli occhi di fronte a questa lunga notte di guerra nella quale siamo imprigionati, perché la guerra è una trappola”.
Le ragioni di una mobilitazione
“Questa notte il popolo della pace si mette in marcia da Perugia ad Assisi per accendere una luce di speranza nel buio della guerra”, ha commentato Vittorio di Trapani, presidente della Federazione Nazionale della Stampa, anche lui presente alla Marcia,”Mi auguro che quotidiani, radio, Tv, web, tutti diano adeguato risalto a questa iniziativa: non solo per illuminare gli animatori della marcia, ma soprattutto per parlare delle ragioni della loro mobilitazione. E’ anche questo un modo per rispondere alla domanda di papa Francesco: ‘E’ stato fatto tutto per fermare la guerra?’