mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Sichetti (Cia-Agricoltori): record di pratiche nei Caf. Aumentano gli adempimenti. Urgente una riforma fiscale

I centri di assistenza fiscale di Cia-Agricoltori Italiani vanno al massimo. Con un problema le poche risorse assegnate ai Centri mentre è urgente definire una riforma fiscale che faccia chiarezza sulle norme da
rispettare.
“La corsa all’Isee ci vede impegnati con un gran numero di uffici e punti di contatto in tutta Italia, numericamente invariati nonostante l’incremento dei costi dettato da inflazione ed energia colpisca anche
la nostra attività”, evidenzia Nicola Antonio Sichetti, presidente nazionale Caf, i centri di assistenza fiscale di Cia-Agricoltori Italiani, “Abbiamo 778 sedi in tutto il territorio nazionale e poi permanenze ‘occasionali’ che portano complessivamente a 2000 i punti di ricezione delle pratiche. A gennaio 2023 abbiamo lavorato circa 50mila pratiche Dsu. Nello stesso mese del 2022 eravamo a 70.315 per effetto dell’assegno unico, mentre nel 2021 la cifra fu di 52.149 Dsu”.

Il nodo dei compensi
“Inoltre”, prosegue Sichetti, nel 2022 abbiamo toccato il numero di 517.770 Modelli 730 lavorati dai nostri uffici”. Insomma tante attività, ma commenta il presidente del Caf-Cia: “Di fatto il compenso per i Centri è fermo a parametri ormai vecchi, scarsamente remunerativi
rispetto al reale impegno che l’operatore pone su ogni singola pratica. Pensate”, spiega Sichetti, “che il costo rimborsato va in base al numero di componenti familiari, ma spesso le famiglie numerose sono quelle che
richiedono meno tempo per rispondere ad adempimenti fiscali o previdenziali”.

Meno burocrazia ma serve la riforma fiscale
La Cia-Agricolturi solleva un problema quello della semplificazione burocratica che però non è accompagnata da una riforma fiscale. “Oltre al tema della sostenibilità attuale, abbiamo quello della
sostenibilità futura”, osserva il dirigente della Confederazione, “Le semplificazioni degli adempimenti rischiano di togliere il 30% di lavoro ai Caf: ben venga, sia chiaro, la sburocratizzazione, ma se questa non è
accompagnata da un reale riforma fiscale, a pagarne saranno i cittadini. Il caso della precompilata introdotta per le partite Iva (e qui annoveriamo anche le aziende) è forse esemplificativo. Non è detto che
un software riesca a decidere quale possa essere il migliore tra gli 8 regimi fiscali disponibili. Una semplificazione senza riforma”, prosegue Nicola Antonio Sichetti, “può far venire meno il ruolo dei consulenti, che invece si riveleranno ancor più decisivi”.

Più pratiche e più professionalità
Il moltiplicarsi delle istanze da seguire comporta un maggiore impegno anche su temi complessi dove è necessaria una maggiore professionalità.
“L’anno è iniziato all’insegna della piena attività per via degli adempimenti che i cittadini dovranno tempestivamente onorare, in particolare la nuova Isee, per non perdere o vedere ridotte alcune
prestazioni. L’Isee resta una certificazione importantissima”, spiega ancora Sichetti, “perchè ad essa sono legate decine di prestazioni erogate dallo Stato (Rdc, assegno unico, bonus fiscali etc). Gli obiettivi per il nuovo anno sono legati ad un miglioramento della qualità dei servizi ed alla fidelizzazione degli utenti che, oltre ai servizi a titolo gratuito tipici del Caf, possono usufruire di una consulenza sempre più professionale e, soprattutto, capillare sul territorio a vantaggio delle categorie sociali più fragili ma anche delle imprese”.

Servono servizi integrati
“L’obiettivo”, conclude il presidente del Caf-Cia, “è offrire un servizio integrato di alto livello, facendo percepire il Caf come una garanzia di sicurezza per i cittadini a fronte di troppi sedicenti centri di assistenza fiscale che invece accedono al sistema tributario con le credenziali del cittadino, privi di copertura assicurativa
laddove creassero un danno economico al contribuente che, in buona fede, pensa di aver usufruito di un servizio professionale”.

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