Gestione dei migranti, la tenuta dell’economia con gli aiuti alle imprese, una difesa comune europea. Sono i temi di grande impatto per il presente e il futuro dell’Unione e dell’Italia. Argomenti che il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha centrato nel suo tour in Svezia e Germania ottenendo risultati positivi e inaspettati. Il vero banco di prova, tuttavia, resta il prossimo Consiglio Europeo straordinario previsto il 9-10 febbraio a Bruxelles. Sarà l’occasione per vedere quali effettive convergenze ci saranno sulle proposte e iniziative che l’Italia sollecita siano priorità condivise. Oggi il premier può sentirsi più forte nella strategia europea, contesto indicato all’inizio del suo mandato come tallone di Achille della sua presidenza, – per molti commentatori avrebbe assunto un ruolo modesto nel paragone con l’affermata figura europeista di Mario Draghi – eppure Giorgia Meloni ha inanellato risultati convincenti, se non addirittura vantaggiosi, nel persuadere i partner europei a tenere in considerazione le proposte dell’Italia per una Europa più coesa.
Imprese, Fondo sovrano Ue
Ci soffermiamo in particolare sul tema centrale soprattutto per il nostro Paese che è la competitività e gli aiuti di Stato alle imprese. Il confronto con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz si è rivelato ottimo dal punto di vista personale e di possibili nuove sinergie sul piano della condivisione delle scelte economiche. In pratica Berlino non ostacolerà la richiesta di Roma di una maggiore “flessibilità” sulla gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa, e sulla proposta di un Fondo sovrano europeo. Mentre l’Italia non farà barricate sui lauti aiuti che la Germania offre alle sue imprese. L’azione della premier italiana è improntata ad un pragmatismo dei risultati.
“Stiamo raccontando la posizione italiana”, osserva Giorgia Meloni, “per la materia economica prevede di non limitarsi al tema degli aiuti di Stato che rischia di produrre una difficoltà fra gli Stati che hanno e quelli che non hanno maggiore spazio fiscale. In particolare la posizione italiana riguarda il tema della flessibilità dei fondi esistenti e un Fondo sovrano per aiutare le imprese”.
Flessibilità sui fondi Pnrr
Il tema degli aiuti di Stato alle imprese ci riguarda in modo particolare, perché sappiamo che il governo tedesco ha istituito un pacchetto di aiuti da 200 miliardi di euro per sostenere i cittadini e le imprese. Un maxi piano che l’Italia non può concedersi perché lotta con un debito pubblico troppo elevato. La strada, tuttavia, individuata dal premier può essere accolta da Bruxelles. Meloni nel suo tour in Svezia e Germania sulle scelte economiche, è tornata sul tema degli aiuti di Stato e sull’ipotesi di un Fondo sovrano europeo, e soprattutto, anche sulla spinta e la mediazione del ministro per le politiche europee, Raffaele Fitto sulla richiesta di maggiore “flessibilità”, diventata la parola chiave per avere il via libera dall’Unione. Lo dice in modo chiaro Giorgia Meloni. “Serve flessibilità sui fondi esistenti: abbiamo il Pnrr che sicuramente può essere meglio indirizzato su alcune parti di priorità e ci sono i fondi di coesione”, afferma il premier, “le risorse possono essere utilizzate per affrontare i problemi, e più si agisce con velocità”.
Un Patto di stabilità europeo
Vedremo se la proposta dell’Italia avrà un risultato concreto nelle Consiglio europeo, noi ci auguriamo di sì. Ma aggiungiamo che bisogna affinare una politica europea su due questioni cruciali. Un nuovo Patto di stabilità e di crescita e una visione comune sulla difesa militare. Questioni centrali per ridare all’Europa un ruolo da protagonista nelle vicende geo politiche oggi segnate da fortissime turbolenze finanziarie e da una sanguinosa guerra. Sappiamo che l’Europa ha visto con preoccupazione il pacchetto di aiuti di 400 miliardi di dollari che gli Stati Uniti hanno assegnato dal primo gennaio a imprese e famiglie per dare una agevolazione alla transizione green. Si tratta dell’Ira (Inflation reduction act), che stanzia sussidi per convincere le imprese a tornare a investire negli Stati Uniti, oltre a concedere maxi agevolazioni fiscali alle famiglie per convincerle a “comprare americano”. L’Europa come chiede Giorgia Meloni dovrà dare una risposta con nuovi sostegni a imprese e famiglie.
Inoltre l’aggressione della Russia all’Ucraina non vede soluzione, e nemmeno un orizzonte di pace. Il conflitto con i suoi drammi e le sue incertezze segnerà anche il 2023.
Difesa comune scelta urgente
Sulle materie economiche il Consiglio europeo straordinario dovrà dare una risposta agli interrogativi e alle soluzioni prospettate. Siamo dalla parte del Governo italiano, – sull’onda di quello dell’ex premier Draghi -, che punta alla creazione di fondi europei finalizzati a finanziare progetti strategici, a stimolare la competitività dell’industria al recupero degli squilibri creati dalle distorsioni nei mercati delle materie prime e dell’energia. La proposta del presidente Giorgia Meloni di istituire un Fondo di sovranità europeo, mirato ai settori più strategici del dell’economia dell’Ue, è un passo nella giusta direzione. Infine sulla difesa europea l’emergenza della guerra dovrebbe imporre una svolta nel creare una difesa comune. In più occasioni in Parlamento e per voce ci esponenti centristi che vengono una Europa autonoma, si è sottolineata l’importanza, – oggi una vera necessità -, di investire su un nuovo modello di difesa europeo in cui le tecnologie militari dei diversi Paesi si integrano con le relative infrastrutture con un personale più preparato. Investire sulla difesa dell’Europa è necessario. Non possiamo rimanere ancora per molto in un pericolosissimo guado.