sabato, 16 Novembre, 2024
Attualità

La famiglia priorità sottovalutata

“Uno Stato avveduto non sostiene la famiglia, ma investe sulla famiglia, sapendo che investendo sulla famiglia si sostiene l’individuo. Per questo motivo l’istituto familiare non può appartenere a nessun dicastero: la sua centralità è talmente onnipresente che dovrebbe essere all’attenzione diretta dell’autorità di vertice. Affermare e promuovere questa centralità morale e politica è dovere della comunità cristiana e servizio allo Stato e alla società”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in occasione del Te Deum di fine anno.

Nulla di nuovo sotto il sole: l’ex presidente della Conferenza Episcopale Italiana non ha fatto che ribadire un concetto che il Magistero Sociale della Chiesa esprime in maniera chiara.

A distanza di poche ore, durante il tradizionale Messaggio di fine anno agli Italiani, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha confermato che bisogna riporre fiducia nelle famiglie italiane: “Su di esse – ha detto – grava il peso maggiore degli squilibri sociali. Hanno affrontato i momenti più duri, superandoli. Spesso con sacrificio. Fornire sostegno alle famiglie vuol dire fare in modo che possano realizzare i loro progetti di vita. E che i loro valori – il dialogo, il dono di sé, l’aiuto reciproco – si diffondono nell’intera società rafforzandone il senso civico”.

Comunque la si pensi, la centralità della famiglia è un baluardo della società.

Secondo un sondaggio realizzato da Demos per Repubblica la famiglia è l’unica certezza in un Paese diviso e sospeso. Circa il 60 per cento degli italiani la considera un sostegno economico sicuro ed anche un rimedio all’insoddisfazione generale, perché garantisce l’integrazione sociale e “bilancia” lo scetticismo verso il funzionamento della democrazia.

Se così stanno le cose dovremmo attenderci scelte chiare in questa direzione da parte di chi attualmente regge le sorti del Belpaese. Purtroppo, a giudicare da quello che abbiamo letto durante le festività natalizie e di fine anno, il cammino da compiere è ancora lungo e le fibrillazioni continue nella maggioranza non aiutano.

Nell’ambito delle disposizioni in favore della famiglia è stato istituito un fondo specifico (“Fondo assegno universale e servizi alla famiglia”), con una dotazione pari a 1 miliardo di euro per il 2021 e a 1,2 miliardi per il 2022, finalizzato a interventi in materia di sostegno e valorizzazione della famiglia e al riordino e alla sistematizzazione delle politiche di sostegno alle famiglie con figli. La sua attuazione è, però, demandata ad appositi provvedimenti normativi, il cui varo dipende dal futuro prossimo dell’esecutivo. Al Fondo, inoltre, sono imputate le risorse necessarie per il rinnovo ed estensione del “bonus bebè” (348 milioni di euro per il 2020 e 410 per il 2021) e al finanziamento del bonus “asili nido” (520 milioni per il 2020, crescenti fino a 621 milioni a decorrere dal 2029) che viene reso permanente, oltre il 2021 originariamente previsto.

Si poteva far di più? Chi, come noi, guarda alla famiglia come risorsa si sarebbe aspettato maggiore coraggio. La famiglia, del resto, è la nostra àncora di salvezza. Non soltanto dal punto di vista economico. Ignorare questo aspetta significa porre seriamente le basi per la nostra autodistruzione.

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