venerdì, 15 Novembre, 2024
Lavoro

In Italia 3,6mln di lavoratori nelle istituzioni pubbliche

Al 31 dicembre 2020 risultano attive in Italia 12.780 istituzioni pubbliche, presso le quali prestano servizio 3.601.709 unità di personale, di cui 3.396.289 dipendenti (pari al 94,3% del personale) e più di 205 mila (il restante 5,7%) occupati con altre forme contrattuali (collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, altri atipici e temporanei).

Considerando la distribuzione del personale in servizio nel settore pubblico, il 56,1% dei dipendenti si concentra nell’Amministrazione centrale, che comprende, tra gli altri, il personale delle scuole statali e delle forze armate e di polizia. Il 20,1% dei dipendenti pubblici è occupato nelle Aziende o Enti del Servizio sanitario nazionale, il 10,2% nei Comuni (6 istituzioni pubbliche su 10).

Il restante 13,6% è occupato nelle altre tipologie di forme giuridiche. In relazione al tipo di contratto, il personale in servizio si articola in 2.974.360 dipendenti a tempo indeterminato (l’82,6% del personale occupato nelle istituzioni pubbliche), 421.929 dipendenti a tempo determinato (l’11,7%) e 205.420 non dipendenti (il 5,7%).

I dipendenti a tempo determinato rappresentano il 15,7% del personale in servizio presso le Amministrazioni dello Stato e presso le Province e città metropolitane. Le restanti tipologie istituzionali presentano valori sotto la media (11,7%). Nelle università i dipendenti a tempo determinato pesano relativamente poco (6,4%), anche perché è elevata l’incidenza di personale con contratto non dipendente (44,2%).

Con riferimento al genere, le donne occupate nella pubblica amministrazione superano i 2 milioni e rappresentano la componente maggioritaria, con una quota pari al 58,5% del personale in servizio.

La più elevata presenza di donne si conferma negli enti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) con il 67,6%, il valore più basso nelle Università pubbliche (49,6%) e nelle Regioni (51%). Analizzando il tipo di contratto, la quota maggiore di tempi determinati si riscontra tra le donne (13,6% contro 9,1%).

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