Il primo grande appuntamento commerciale dell’anno nuovo sta per iniziare. La stagione dei saldi, infatti, si avvicina: tra il 2 ed il 5 gennaio prenderanno il via in tutte le Regioni italiane le vendite di fine stagione invernali. Un evento che è assediato da altre iniziative che ne limitano la portata. Innovazioni aggressive, sottolinea la Confederazione, di strategie di marketing importate dall’estero che facilitano le vendite su canali web.
Valanga di offerte pre saldi
Lo sottolinea la Fismo, la federazione dei negozi specializzati in moda di Confesercenti. “Purtroppo, però, l’evento rischia di essere ‘diluito’ dalla valanga di pre-saldi e promozioni iniziate già a Santo Stefano”,
scrivere la Confederazione, “si è importata, infatti, addirittura la tradizione dei Boxing Days, il periodo di sconti – celebrato nel Regno Unito e in altri paesi del Commonwealth – che inizia proprio il 26
dicembre”. Una valanga promozionale che, secondo le osservazioni della Confederazione, “rischia di disorientare i consumatori e travolgere l’evento dei saldi invernali, danneggiando gli imprenditori che
correttamente aspettano il giorno previsto per dare il via alle vendite di fine stagione”.
Trovate utili al web
A tutto vantaggio stima la Confesercenti, soprattutto dei grandi marchi e delle piattaforme web – ma anche di qualche negozio del retail fisico – che hanno già iniziato a bombardare d’offerte i consumatori. “Dopo
avere importato il Black Friday, adesso arrivano anche i Boxing Days, l’ennesima trovata per intercettare in anticipo i consumatori in attesa dei saldi invernali”, osserva con disappunto la Confederazione, “Una strategia che ha fortemente diminuito, nel corso degli ultimi anni, l’effetto richiamo dei saldi sui consumatori, come è evidente a tutti”.
Pratiche sleali e aggressive
“A svantaggio soprattutto della rete dei negozi di abbigliamento fisici”, commenta Benny Campobasso, Presidente di Fismo Confesercenti, “per i quali i saldi valevano fino a qualche anno fa fino al 30% del
fatturato annuale”. “Purtroppo, quella delle vendite con sconto e anche sottocosto è diventata pratica commerciale diffusissima, con cui si cercano di mantenere i volumi perduti in questi anni di difficoltà”,
prosegue il presidente di Fismo Confesercenti, “La pratica, però, di fatto penalizza le attività meno strutturate che non possono competere contro campagne promozionali così aggressive.
Ma per i saldi tradizionali i consumatori da sempre premiano i negozi di vicinato dei quali possono verificare la veridicità dell’offerta. Infatti, la spinta del marketing verso pre-saldi, vendite private e promozioni speciali, a nostro avviso, disorienta e riduce le tutele degli stessi consumatori, inducendoli a confondere le vendite promozionali con i saldi di fine stagione”. “Che sono un evento commerciale del tutto diverso”, sottolinea ancora l’esponente della Confesercenti, “i saldi, infatti, si applicano solo a prodotti che abbiano una stagionalità, come abbigliamento e accessori moda, seguendo una disciplina giuridica complessa che va dalla comunicazione preventiva dell’inizio delle vendite di fine stagione all’obbligo del doppio prezzo in cartellino”.
Fermare la confusione
“Dobbiamo fermare la confusione”, conclude Benny Campobasso, “bisogna rivedere le regole per garantire sconti trasparenti ai consumatori e tutela della concorrenza, anche avvicinando di più la data di partenza
delle vendite alla fine reale della stagione”.