venerdì, 15 Novembre, 2024
Società

Gli auguri di Natale degli italiani ai politici

Oggi è Natale, la Festa per eccellenza: il giorno della nascita del Signore che viene a portate la sua luce all’umanità immersa nelle tenebre.

Non ce ne vogliano gli amici che professano altre fedi, i non credenti, agli agnostici: nutriamo il massimo rispetto per la loro libertà e mai ci sogneremmo di coartarli in qualche modo.

Nel contempo non rinunciamo a rivendicare l’identità cristiana che ci appartiene ed a rivivere le suggestioni della Natività attraverso il Presepe e le struggenti parole in musica di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, autore di “Tu scendi dalle stelle” e di “Quand nascett Ninno” che è molto di più di una semplice trasposizione in lingua napoletana del canto natalizio più conosciuto.

Buon Natale a voi cari lettori de la Discussione che, memori delle comuni radici ideali, ci seguite, sempre numerosi, con grande affetto ed attenzione.

“Sereno Natale” anche ai nostri politici.

Pensandoci bene si tratta di un auspicio molto impegnativo.

Qualcuno ha detto che la serenità viene raggiunta quando ciò che dici, ciò che pensi e ciò che fai sono in perfetta armonia.

Se così stanno le cose, è facile intuire che la serenità rappresenta un traguardo che richiede una certa fatica interiore, perché per raggiungerla bisogna sottoporsi ad un rigoroso esame di coscienza per verificare, senza indulgere in alcun modo, la effettiva corrispondenza tra pensiero ed azione.

È proprio ciò che servirebbe a tanti protagonisti della vita pubblica.

Lo diciamo molto rispettosamente e con estrema umiltà, anche alla luce delle significative parole che il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha rivolto ai Deputati e i Senatori durante la Messa in preparazione del Natale nella Chiesa di San Nicola dei Prefetti a Roma.

“Tutti coloro che sono chiamati a decidere, a governare – ha detto –  dovrebbero ricordarsi che fuori dalle nostre Aule, fuori dai palazzi vescovili, fuori dalle canoniche, il mondo è in subbuglio”.

“Il subbuglio – ha proseguito l’arcivescovo di Perugia – non è una tragedia, ma qualche cosa che mormora dentro, che cerca di richiamare la nostra attenzione. Il miglior augurio che posso farvi è dunque quello che proviate su di voi il subbuglio del Paese, che possiate davvero vivere le sue inquietudini e che possiate cercare rimedi”. E allora, cari politici, Sereno Natale. Anzi …buon subbuglio!

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