Della giustizia si dovrebbe avere un concetto alto. Nella opinione popolare solo la giustizia divina è infallibile; la fallibilità della giustizia umana dovrebbe essere ridotta al minimo e la buona fede e la ricerca della verità dovrebbero prevalere. Ma quando giustizia e politica vengono a contatto, nel caso in cui politici assumono il ruolo di giudici o i giudici giudicano i politici le cose si complicano. Nella procedura di impeachment il Congresso degli Stati Uniti assume il ruolo della Pubblica Accusa e il Senato quello di Tribunale.
È un istituto che negli Stati Uniti è stato adottato solo quattro volte dalla fondazione; ma recentemente questa procedura sembra diventare più frequente dal momento che ben tre casi si sono concentrati dagli anni settanta dello scorso secolo ad oggi. Il caso che riguarda il Presidente Trump è ben noto. Il Congresso gli ha sollevato contro due capi di imputazione il più grave dei quali è l’abuso di potere che sarebbe stato commesso nel corso di una telefonata in cui Trump condizionava la consegna di 400.000 dollari stabilita dal Congresso per aiuti alla Ucraina ad una indagine contro Biden e il di lui figlio. Lo scopo era quello di gettare discredito sul più pericoloso dei suoi competitori alla prossime elezioni presidenziali. Un modo per piegare l’interesse dello Stato alle sue personali convenienze. A metterlo in stato d’accusa è stato il Congresso a maggioranza democratica; è facilissimo prevedere che il Senato a maggioranza repubblicana lo assolverà.
Con Clinton accadde esattamente la stessa cosa a parti invertite. Fu messo in stato d’accusa da un Congresso a maggioranza repubblicana e assolto da un Senato a maggioranza Democratica. Se a commettere gli atti di Trump fosse stato un presidente democratico il Congresso ne avrebbe chiesto l’impeachment? La risposta è sin troppo facile. La conclusione in tema di imparzialità della giustizia è sconfortante. Un dato però sta già emergendo. Dopo questa messa in stato d’accusa la popolarità di Trump sta aumentando e questo stato di cose potrebbe costituire un imprevisto aiuto alla sua rielezione.
Nel nuovo caso che colpisce Salvini la commistione tra politica e magistratura è ancora più complessa. Bisogna prima premettere che la legge promulgata nel 1989 che regola la responsabilità dei ministri è cosa diversa dalla immunità che gli estensori della Costituzione previdero per i parlamentari e che fu profondamente modificata nel 1993. Quel tipo di immunità proteggeva i parlamentari dal “fumus persecutionis” In altri termini quando una Procura della Repubblica chiedeva l’autorizzazione a procedere contro un parlamentare, la giunta per le autorizzazioni e in seguito l’Assemblea di pertinenza doveva valutare la fondatezza delle prove di accusa; se esse risultavano convincenti l’autorizzazione sarebbe stata concessa. Se queste prove fossero state inconsistenti in modo da dare la sensazione che la Procura volesse danneggiare il parlamentare e la sua parte politica con una sorta di persecuzione, l’autorizzazione doveva essere negata. Per i reati ministeriali il meccanismo è diverso. Se c’è notizia di reato il competente Procuratore della Repubblica deve valutare due cose .
1) se l’atto del ministro si configura o meno come reato penale, 2) se quell’atto che per un normale cittadino potrebbe essere considerato un reato è stato commesso dal ministro per difendere un superiore interesso dello Stato, e in questo caso non è punibile, oppure no. Sappiamo come è andata per il caso Diciotti che era una nave militare. Il Procuratore ha chiesto l’archiviazione ma il Tribunale dei Ministri ha ritenuto di dover richiedere l’autorizzazione a procedere contro Salvini. A questo punto la giunta per le autorizzazioni ed il Senato hanno ritenuto che l’atto del ministro dell’Interno (non consentire lo sbarco se non quando alcuni altri paesi dell’Unione Europea accettassero una ridistribuzione dei migranti) sia stato compiuto nell’interesse dello Stato Questa opinione fu espressa dalla Lega, dai 5 Stelle che dichiararono essere stata condivisa dal Governo (Conte, Di Maio, Toninelli) e anche da diversi parlamentari della opposizione esclusi i senatori di Leu e del PD.
Oggi si pone un caso identico e il popolo ignaro di giurisprudenza si domanda: se questo caso è identico al precedente e se su questo si è già espresso una volta il Senato perché ripetere la procedura? Sta forse a significare che sulle stesse cose si possono avere opinioni diverse? Il Procuratore della Repubblica ritiene che anche questa volta si debba archiviare, il Tribunale dei Ministri che si debba procedere. Ma i cinque stelle quando erano al Governo con la Lega se ne assumevano la responsabilità decisionale e ritenevano che attendere la decisione delle altre nazioni fosse nell’interesse dello Stato. Ora che sono al governo con il PD ritengono che su una questione identica a quella dell’anno scorso non ne abbiano avuto alcun coinvolgimento e che quello che una volta era giusto ora invece è sbagliato.
Papa Bergoglio sul piano umanitario la pensa come il Tribunale dei Ministri sul piano legalitario. Chi su un natante entra nelle acque territoriali deve sbarcare e non interessa il numero, ne se abbiano o meno i requisiti per chiedere asilo. I guadagni dei trafficanti e quelli delle cooperative che, dice Buzzi essere superiori al traffico di droga, non interessano. Ma c’è un bel punto interrogativo. Cosa pensa il popolo, cattolici compresi? Che debbano sbarcare in Italia tutti, ma proprio tutti se provengono dalle coste libiche, anche se sono partiti dal Nepal e da Bangladesh ed hanno prima attraversato decine di nazioni? E come valuteranno le diverse decisioni che i partiti prenderanno cambiando opinione su fatti simili? Che sono impegnati a tutelare gli interessi dello Stato o quello della propria parte. E magari ci sarà qualcuno che possa ritenere che da parte dei magistrati l’obiettivo non sia tutelare la legge, ma eliminare un politico di parte a loro avversa? Staremo a vedere come andranno le votazioni. Se Salvini sarà rinviato a giudizio e sarà capace di difendersi come fece Danton davanti al tribunale rivoluzionario, trasformando ogni udienza in una contesa politica, allora potrebbe accadere che un colpo mortale potrebbe trasformarsi per il capitano in un colpo vitale.